Il Ritorno degli Immortali

racconto totalmente inventato da je

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  1. ~•~Khloe~•~
     
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    Ok ragazzi.... qst é il primo racconto ke scrivo e ovviamente 1 dei miei sogni é qll di pubblicarlo, ma prima vorrei le vostre critiche e commenti ^^


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    Moon



    Aprii la porta che dava su corridoio ma mi bloccai. Non mi ero sbagliata prima: avevo le ore contate. Alla porta c'era il gruppo dell’Ordine (i Guerrieri vampiri di cui fra l'altro facevo parte) traditore, ovvero dei vampiri che combattevano per i Cacciatori di Sangue Puro in cambio dell’astensione dalla loro lista nera, con le armi sfoderate pronte a uccidermi. Merda sono troppi. Dodici, forse venti. Dovrei quasi sentirmi lusingata che mi reputino cosí potente.
    Chiusi velocemente la porta a chiave sapendo che li avrebbe solo rallentati di pochi secondi... che potevo usare per togliermi le scarpe: odio combattere con i tacchi 13.
    Il tempo di slacciarle e la porta si abbatté <<principessa Redrose - eh giá, poiché sono capo stirpe ho 'sto titolo - é un piacere rivederla>> mi rivolse un sorriso crudele. Stronzo.
    <<forza fatevi avanti. Non mi sono guadagnata quel titolo per niente. Lo capirete a vostre spese>> gli rivolsi lo stesso identico sorriso.
    Lanciai una cornice che avevo a portata di mano che schivarono, dando peró il tempo di concentrarmi per duplicarmi: dal nulla spuntarono cinque mie copie identiche pronte a combattere. Partirono tutti insieme tirando calci e pugni alle mie colleghe, mentre prendevo da un cassetto dei pugnali. Perfetto. Argento puro. Proprio quello che ci vuole contro un vampiro sangue puro.
    Una mia copia venne uccisa e si disintegró, cosí i vincitori si fiondarono contro di me in un ammasso indistinto.
    Feci un passo indietro lanciando subito sei coltelli che affondarono nei due corpi a formare due triangoli perfetti all'altezza del cuore. Caddero a terra senza vita Bene. Ne rimangono diciotto. Una passeggiata no?
    Recuperai i coltelli e tenendone quattro per mano corsi ad aiutare una mia copia in difficoltá. Picchiettai sulla spalla di uno <<scusa é questo il tuo cuore?>> e vi ci affondai un coltello. Cadavere, cadde a terra <<sí, credo proprio di sí>>.
    Lanciai alle mie quattro copie rimanenti un coltello a testa in modo che potessero difendersi. Mossa stupida. Il capo di quei cazzoni era dietro di me e affondó l'arma. La schivai ma mi si affondó comunque nel fianco. Maledizione che male!
    Ruotai su me stessa tirando un calcio che lo prese in pieno petto, facendolo cadere indietro. Stava per rialzarsi quando gli lancia due coltelli ai polsi e due alle caviglie. Che ironia un vampiro crocefisso. Chissá che ne penserebbe il Papa.
    <<con te ci parlo dopo>> gli urlai dietro.
    Tornai dagli altri tramutando solo le unghie in artigli, arme che tutti i vampiri di una certa etá possedevano <<sapete non li ho mai provati. Chi fa da cavia?>> uno si fece avanti <<oh, ma che piacere. Un volontario! Visto che sei il primo avrai un trattamento speciale: ti dissanguerò subito dopo>> Avevo un disperato bisogno di energie.
    Con un urlo incazzato, lanció un pugnale che schivai velocemente e usando lo slancio gli saltai addosso artigliandolo alla gola, facendo uscire il suo sangue che bevvi mentre lo tenevo fermo con gli artigli infilzati nel suo cuore. Sapeva bene di non doversi muovere. Finito di bere scaraventai il suo corpo contro uno che si dirigeva verso il vampiro cattolico accompagnato da un pugnale che con precisione gli si affondó nel cuore<<c’era un offerta del due per uno caro. Immancabile direi>>.
    Bhe sembra piú facile del previsto. Con la fortuna del cazzo che ho uno mi affondó un altro pugnale nel fianco giá ferito, peggiorando la situazione <<e Dio Santo peró, é una fissazione!>>.
    Gli tirai un pugno in piena faccia spaccandogli il naso, ma lui continuò lo stesso menando calci e pugni quasi per vantarsi del suo vasto repertorio di conoscenza delle tecniche di combattimento. Ok, adesso la faccenda è ancora piú personale: il mio orgoglio non si tocca!
    Mi abbassai di lato per evitare un calcio rotante Molto bene, visto che sono in netta minoranza e voi dei lecca culo dei Cacciatori, mi sento piú che autorizzata a giocare sporco... pensato questo gli tirai un pugno nei gioielli. Si piegó prontamente in due, per poi cadere morto dopo l’anestesia contro il dolore dei miei artigli. Dovrei fare l’anestesista. Con la coda dell’occhio vidi un altro spiccare un salto...manco volasse!
    Recuperai un coltello e lo lanciai talmente forte che lo trapassò e si incastrò nello specchio dietro di lui. Bel tiro.
    <<mayday! Mayday! Abbiamo un problema: il motore principale è stato bucato!>> risi...e un colpo in testa mi fece cadere a terra mezza incosciente. Come si dice? Ah sí: ride bene chi ride ultimo. Poi divenne tutto buio.



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    Ragazza senza nome



    Che male alla testa! Mi pulsa dal dolore.
    Lentamente tutti i sensi ritornarono: ero distesa sul cemento. Aprii piano gli occhi sentendo delle fitte in mezzo alla fronte appena c’era una variazione della luce. Sbattei le palpebre cercando di mettere a fuoco quello che mi circondava. Un vicolo. Ero in un vicolo cieco e buio.
    Mi portai una mano alla tempia sentendo che qualcosa non andava Cosa diavolo? Riportai la mano ad altezza occhi S-sangue!
    Mi alzai di scatto come se potessi allontanarmi dal sangue sulla mia mano, cosa però logicamente impossibile.
    Devo chiedere aiuto. Io … io … Mi bloccai. Io. Io chi? Non mi ricordavo il mio nome. Sbarrai gli occhi e girai su me stessa guardandomi in giro alla ricerca di un indizio su come ero finita lì e soprattutto chi ero. Notai solo uno strano liquido argento Deve essere argento fuso. No aspetta … sta nevicando ed è pieno inverno! È impossibile! Non ci capivo niente. Cercai un contenitore fino a trovare una piccola ampolla poco lontano da dov’ero distesa poco fa Questo vicolo non me la racconta giusta …
    Raccolsi parte del liquido e nascosi la mini-bottiglia nella giacca che era sporca anch’essa di quel liquido rosso. E ora cerchiamo aiuto.
    Feci qualche passo ma me ne pentii subito: non riuscivo camminare diritto per la botta in testa. Cazzo ho veramente bisogno di un ospedale.
    Mi sostenni al muro e avanzai verso la strada Speriamo che non mi scambino per un’ubriacona... sarebbe frustante. Arrivai fino al marciapiede della perpendicolare, che scoprii essere una strada affollatissima. Mi staccai dalla sporcizia delle pareti e strisciai i piedi verso la gente, ma misi in fallo un piede cadendo di nuovo a terra Merda! E svenni di nuovo.

    Spegnete ‘sto bip bip cavolini di Bruxelles fritti con fonduta! Mi dava decisamente sui nervi, ma un’altra cosa che mi rompeva ancora di piú era il non sapere chi ero, dov’ero, cosa mi era successo e qual’era il mio passato. Se si addiziona il tutto al via vai dei medici, non ero certo al settimo cielo ... Bhe almeno sono talmente occupata a imprecare che non penso al dolore. Detto fatto ed ecco le pulsazioni alla testa tornare. Se continua cosí inventerò delle nuove parolaccie e perché no? Potrei iscrivermi al Guinness World Record per in numero di imprecazioni in un minuto! Sbuffai spazientita.
    Lanciai un’occhiataccia all’infermiera che tentava di infilarmi una flebo nel braccio <<provaci e ti lincio appena riesco a rialzarmi>>.
    <<mi dispiace signorina ma deve guarire>> il dottore era appena entrato. Consultò una tabella <<una signora l’ha soccorsa in Cours la Reine - dunque ero in Francia a Parigi. Buono a sapersi - e l’ha gentilmente portata qui in ospedale. Potrei avere i suoi dati signorina?>>.
    <<i miei dati eh? Dunque: Signorina (o almeno spero) Non So Chi. Etá: sconosciuta. Precedenti: assicurati. Residenza: non presente nei dati. Cavoli mi sento come una spia Top Secret!
    Parlai francese, anche se non sapevo da dove lo tiravo fuori. Kinder Sorpresa!
    Porsi la mano al Doc <<comunque mi puó chiamare Bond. Jamie Bond>>.
    <<piacere>> mi strinse la mano mentre face un segno all'infermiera <<chiama il Dottor Kylen: abbiamo un caso di amnesia>>.
    <<totale aggiungerei. Se scopro che è la colpa di qualcuno, prendo una sciabola e ... >>.
    <<infermiera! Porti anche un’altra dose di tranquillanti - mi fissó - anzi due>>.
    <<doc sta scherzando? Sono super-calma ... se non conta i miei progetti di distruzione di massa e la creazione di una nuova lingue volgare che farebbe arrossire anche una puttana. Infermiera! Facciamo tre!>>.
    Alzando gli occhi al cielo se ne andó.
    <<porti anche una bottiglia di Gin Tonic cara! Io e il Dottore dobbiamo brindare!>> le urlai dietro.


    <<apri bene gli occhi>> il Dottore mi puntó la luce negli occhi.
    <<ehi stia attento! Cosí mi acceca!>> ero ancora a letto convalescente, ma per consolarmi il Doc mi aveva inviato uno specialista nelle amnesie che mi torturava con la sua lucina che veniva da una penna bianca e gialla di Winnie the Pooh. Secondo me con tutte le visite che fa sull’amnesia si deve essere dimenticato che la luce in mezzo all’occhio per minuti interi acceca la gente. Chissá magari è contagiosa! Per quanto ne so io, ovvero niente, i quattro omini colorati sulla borsa da lavoro del Dottore potevano essere i Presidenti dell’Europa, anche se lui sosteneva che fossero i Teletubbies. Vai a capire.
    <<vedo che ha una commozione celebrale. Si ricorda forse di aver sbattuto la testa?>> finalmente avevo smesso di ammirare i miei occhi.
    <<quante volte le devo ripetere che non ricordo niente? Non so chi sono, da dove vengo, il mio passato e quello che mi è successo per ridurmi cosí>> lo fissai spazientita.
    <<proprio niente? Bhe è strano. Deve sapere che normalmente un colpo in testa, come la sua commozione celebrale fa presumere, se causa un’amnesia, essa riguarda generalmente gli ultimi due o tre anni. Devo presumere che ha subito un trauma peggiore. Comunque ha un’amnesia retrograda, e standola a sentire ne deduco che ha perso la memoria esplicita episodica, mentre quella semantica, ovvero quella che riguarda il saper scrivere, leggere, parlare ecc., non sembra essere stata compromessa>>.
    Sbuffai <<guardi che siamo in un ospedale, non in una classe dell’Università di Medicina! Comunque: ritroverò la memoria?>>
    <<non le so dire. Questo dipende dai soggetti e nel suo caso sono perplesso ... non capisco quale trauma così forte le è capitato. Ad ogni modo le fisso degli appuntamenti con la mia assistente per degli esercizi per ricordare>> strappó un foglio dal quaderno decorato con dei fiorellini e le farfalle, a sfondo rosa confetto, cosa che mi fece dubitare sulla sua salute mentale, con su scritto un numero <<mi chiami in caso si ricordi qualcosa o abbia delle domande>> detto questo la lasciò finalmente libera.
    Grazie a Dio sono sola ... entró il Doc. Te pareva! <<salve Doc! Andiamo subito al sodo: posso cambiare medico?>>.
    <<no, ma cambierá struttura: ormai non ha piú bisogno di essere ricoverata, e con lei resterà un’infermiera come le ha detto il Dottor Kylen. Vedrá le piacerá il posto>> fece un cenno alla mia amica infermiera, che mi portó una pila di vestiti.
    <<dunque mi scacciate via. E dove sarebbe questo Paese delle Meraviglie?>> inarcai un sopracciglio.
    <<È l’Orfanotrofio Blancon. Un bel posto>>.
    Strabuzzai gli occhi <<un Orfanotrofio? Ma se sono maggiorenne! Cioè, non lo so se sono maggiorenne, ma dai vaghi riflessi che vedo - eh sí, non sapevo manco come ero fisicamente - mi sembra di capire che ho circa venticinque anni. Non le pare?>>
    Sorrire <<concordo pienamente con lei, ma visto che non sappiamo niente di lei e non possiamo lasciarla andare a cavarsela da sola con un’amnesia cosí forte, andrá nell’istituto, ma non come allieva. Sará una sorvegliante, cosí avrá magari l’occasione di incontrare altra gente e chissà, magari ricorderà qualcosa. Adesso vada a cambiarsi: la dichiaro dimessa. L’infermiera Jenfine l’aspetta nell’atrio. Sará lei che la seguirà d’ora in poi. Arrivederci e guarisca>> mi strinse cordialmente la mano rivolgendomi un sorrisone e uscí.
    <<arrivederci Doc!>> gli urlai dietro, e me ne andai in bagno a cambiarmi.
    Bhe piú che altro a specchiarmi... una persona ha tutto il diritto di sapere com'é fisicamente. No? Mi avvicinai circospetta. E se sono una racchia? Ma non. Hai visto che occhiate ti lanciava l'assistente del Doc ... maledizione, mi avrebbe scopata sul momento! Con la mia solita sfacciataggine mi paizzai davanti allo spacchio. Porco boia! dov'ero arrivata prima nell'elencare i miei dati? Ah sí, alla residenza. Cotinuamo. Aspetto fisico: alta, magra, capelli rossi ondulati pazzeschi, occhi blu elettrici (impossibile non notarli)... insomma fisico (e viso ovviamente) da paura. Pelle chiara - promemoria comprare una crema iper-protettiva - e una probabile seconda/terza... anche se non mi sorprende, viste le occhiate sempre di quell'ometto in astinenza da un po' di tempo. Mi guardai i denti controllando che tutte le medicine non mi avessero rovinato i denti (succedeva, ve lo assicuro), ma trovai dei denti perfetti e bianchi. Nessuna stranezza. Grazie a Dio.


    Michael



    Spalancai le porte incazzato nero. Non ci posso credere! Lei non puó...
    Tutti i presenti - il Consiglio degli Immortali - si girarono timorosi verso di me. Sapevano bene che un arcangelo arrabbiato era molto pericoloso. Ancor di piú se ne era il Principe.
    Salii le gradinate marmo fino ai tre seggi delle Anziane <<cos’è successo alla mia Moon?>> le sfidai con lo sguardo a mentirmi.
    <<come ben sai a causa tua - non perdevano mai l’occasione di girare il coltello nella piaga - la Capo-stirpe del Casato vampiresco Redrose, la Principessa Moon, è fuggita nonostante la pericolosa e ormai sempre piú forte caccia dei Cacciatori>> mi spiegó la piú anziana fissandomi negli occhi <<purtroppo il nostro piú grande timore si è avverato: la Principessa Moon Redrose è stata neutralizzata>>.
    Mi pietrificai dallo stupore e dal dolore. È morta. La mia amata Moon è morta . Tornai dallo stato di trance ancora piú incazzato di prima <<chi di loro l’ha uccisa? Faró una strage: non ne sopravvivrà neanche uno!>> pregustai il momento in cui la mia spada angelica li avrebbe trafitti.
    <<tempo al tempo Principe degli angeli. Qualsivoglia fare c’è una cosa che devi sapere. Una notizia molto interessante: abbiamo individuato il luogo dell’attacco>>.
    <<e allora? Non mi serva a niente>>.
    <<ebbene in tale posto abbiamo rinvenuto la stessa sostanza trovata sulla scena dell’aggressione della Principessa e Capo-stirpe del Casato dei licantropi Cannet>>.
    La guardò con sospetto <<dove volete andare a parare?>>.
    <<abbiamo effettuato dei rituali e incantesimi, e ne è risultata una cosa clamorosa che non vedevamo da secoli: il liquido è l’Essenza Immortale, conosciuta dagli umani come Ambrosia degli Dei>>.
    Sbarrai gli occhi dallo stupore. Ambrosia. Questo vuol dire che la mia rossa é...
    La donna lo fissó severamente <<sí è ancora viva. Mortale ma viva>>.
    Il sorriso sulla mia faccia comparve da solo (facendo svenire la serva accanto alle Anziane) <<sí! La mia Moon è ancora viva! Lo sapevo. Ora devo solo trovarla>>.
    Mi inchinai al Consiglio e tramutandomi in aria uscii dal Castello piú deciso che mai a uccidere Eteny, il mio consigliere, se non mi avesse dato delle informazioni per trovare la mia, e ripeto solo mia, donna. Eh no, non si scappa cosí facilmente dal mio letto. Sogghignai. Letto... questa parola mi ispira. Risi facendo girare diverse teste mortali che non capivano da dove veniva quel rumore. Che esseri patetici.




    Alías



    Ero seduto sul mio trono mentre guardavo i due demoni minori tremare. Bene. Molto bene. Ghignai: era proprio quello che volevo; la sala era stata creata e arredata per incutere timore anche alla piú coraggiosa creatura della notte: le pareti le pareti rocciose nere ricoperte di ossidiana, erano decorati con delle catene e armi varie medievali appese, alcune delle quali con ancora del sangue raggrumata sopra.
    Da una parte della sala rettangolare c’era una porta, che arrivava fino al soffitto, a due ante spesse di legno con sopra incisi dei motivi gotici e lo stemma di famiglia.
    Opposte alla porta c’erano delle gradinate che portavano al trono, dallo schienale alto e intagliato sulla sommità. Il tutto era illuminato da delle fiaccole di fuoco ai lati della sala. Non mi piaceva molto quello stile, infatti la mia villa terrestre era arredata in modo molto moderno e lussuoso, ma avevo una reputazione di Principe dei demoni da far rispettare.
    Fissai i due in ginocchio. Erano stati accusati di tentata fuga dall’Inferno ... non che i demoni ne fossero prigionieri, o almeno, non dopo i primi duecento anni di vita. Quei due ne avevano a malappena centodieci ... dei neonati per la mia società.
    <<allora mio Signore, quale pena dovranno scontare questi due codardi?>> la voce della Consigliera mi risveglió dai miei pensieri. Sbuffai. <<secondo te cosa dovrei fare? È ovvio che non li lascerò andare indenni - i due tremarono - ho un’idea: fateli sdraia su un letto di braci e mettete appesa sopra il loro petto una trave pesante che dovranno tenere sollevata per non esserne schiacciati... finché resisteranno. Vi assicuro che ci vuole molto tempo per un demone giovane come voi a guarire a delle ferite del genere>> feci segno alla guardie <<in tormenta conclave>> Nella sala delle torture. Non li volevo piú vedere. Finalmente soli feci cenno alla demone di avvicinarsi. Si incamminò cercando di non dare a vedere quanto fosse esaltata di poter stare vicina al suo signore. Che noia... non passa millennio che tutte le donne non mi strisciano davanti sbavando come delle sceme. Certo non mi dispiace, ma cavoli: un po’ di indipendenza donne! Non mi piaceva avere delle marionette come amanti.
    <<mia cara... sai il mio letto in questi giorni è stato un po’ freddo - si come no! - quindi che ne dici di soddisfare il tuo Principe? Non vorrai lasciarlo solo soletto vero?>> La guardai negli occhi rivolgendole il mio famoso sguardo da ti-voglio-e-non-posso-fare-a-meno-di-te-sennó-muoio che aveva ingannato tante verginelle.
    Mi rivolse uno sgardo adorante che cercó di mascherare con una dignità che ormai non esisteva piú <<mai mio Principe. Mai>>.
    Sogghignai alzandomi <<ti aspetto questa sera. Non farmi aspettare>> le presi la mano avvicinandoci le labbra senza peró toccarla in un perfetto bacia mano, senza distogliere lo sguardo dai suoi grandi occhi castani da cerbiatto, una cosa molto raro nei demoni.
    Non mi sarei sorpreso se fosse diventata una pozzanghera ai miei piedi. Decisamente non era la mia donna. Esisteva, ma non era sull’elenco telefonico...
    Sentii arrivare qualcuno di corsa, e a giudicarne i passi doveva essere una femmina giovane. Oddio no, non dirmi che è lei.
    <<mio padrone!>> una donna minuscola mi si gettó addosso <<perché non mi fanno entrare nelle vostre stanze? Vi prego ditemi che mi volete ancora>> staccò la testa dal mio petto e mi fissó implorante. Cavoli quanto diventano pesanti le donne innamorate. Siamo stati felici per una settimana, poi ci siamo incontrati...
    <<mia cara, lo so che ti fará soffrire ma ti ho trovato un marito alla tua altezza - letteralmente visto che per essere alla sua altezza spirituale avrei dovuto scegliere un cigolò - che ti aspetta alla villa di mio padre>>.
    Immpallidí <<no la prego mio Signore, non lo faccia. Io so che fra di noi c’è qualcosa di speciale...>> iniziò a piangere.
    Sí... una noia mortale. Liquidai le sue proteste con una mano <<partirai questa sera stessa>>.
    Detto questo la aggirai e mi incamminai per il corridoio per andare alla sala dei combattimenti, dove avrei potuto finalmente divertirmi un po’. Ripensai alla povera Cassandra che avevo appena lasciato nella Sala del trono. Solitamente non le scaricavo cosí, ma lei si era montata troppo la testa. Cazzo è andata pure a raccontare a tutti che ci saremmo sposati! Scossi la testa disgustato al solo pensiero. Io? Sposato? Mai nella vita.
    Avanzai a falcate quando sentii altri passi dannatamente familiari arrivare alle mie spalle. Mi fermai senza voltarmi.
    <<aaron. Cos'é tutta questa fretta? Ti ho esplicitamente detto di non farti vedere senza le mie risposte>>.
    Il Generale si inchinó <<le ho>>.
    Mi voltai di scatto prendendolo per il collo <<dove>>.
    <<l'ho rintracciata a Parigi mio Principe. All'Orfanotrofio Blancon>> sussurró per le gola schiacciata. Lo lasciai andare ghignando. Finalmente la mia missione puó iniziare.
    <<come va mia cara?>> ero seduto sulla mia poltrona di pelle nera davanti al camino alto quasi un metro e ottanta che riscaldava la mia camera. La Consigliera era davanti a me che conteneva a stento la gioia, ma soprattutto il desiderio <<non sono mai stata meglio mio Signore>>.
    Risi. Una di quelle mie risate che incendiavano le donne <<ti assicuro che questa notte ti sentirai ancora meglio>> le andai vicino <<non vorrai piú nessun altro. Mortale o immortale>>.
    Mi rivolse uno sguardo adorante <<ho desiderato sempre e solo lei>>. Oddio quant'é patetica! Certo che siamo proprio all'inferno... se fossimo al paradiso ci sarebbero meno donne lecca culo. O dovrei dire lecca uccello? Risi fra me e me.
    Le presi il mento dolcemente e la guardai negli occhi che mi fissavano con adorazione e desiderio<<siamo in due allora mia bella>>.
    Ok, era ufficiale: questa femmina sta morendo.
    Mi chianai a baciarla con forza e con fare possessivo. Sí... possessivo per una notte. Domani l'avrei inviata nel dodicesimo girone (esattamente, Dante Alighieri aveva azzeccato tutto con la sua Commedia, anche se poi l'ho denunciato per violazione del copyright) con la scusa di un problema improvviso e l'imminente bisogno di una governante sul campo. Era talmente infatuata che non avrebbe opposto resistenza per il "suo Padrone". Ma che cazzo ho fatto per incontrare solo delle donne cosí sottomesse? Ah sí. Sono il figlio di Lucifero.

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    Michael



    C’erano corpi ovunque. Non mi sorprende... è impossibile catturare Moon senza che scappi il morto. Quanto adoravo quella vampira.
    Notai dei pugnali con della carne ancora attaccata a formare una croce. Cavoli non perderà mai il vizio di crocefiggere i traditori. Pazzesco.
    Alzai le ali in modo da non sporcarle con il sangue che formava una patina sul pavimento dell’appartamento.
    Trovai un vampiro con le budella che usciva dalla pancia, con il suo stesso sangue che lo ricopriva come un vestito. Il suo compagno non era messo meglio: aveva lo sguardo di uno che avesse passato le peggiori pene dell’inferno, cosa confermata dalla cavità nel petto dove una volta c’era stato il suo cuore, mentre ora solo dei filamenti dei muscoli e delle vene che uscivano in un groviglio.
    << Molto bene, vediamo di trovare qualcosa … >> girai tra i cadaveri, li spostai con delle raffiche di vento, ma tutto ció che trovai furono dei pezzi di arti e pelle squarciata che volavano per la stanza formando dei mulinelli, mente il sangue si muoveva come quando una pietra cade in un lago immobile. Un lago di sangue.
    Tirai un calcio al corpo piú vicino a me, che voló oltre la finestra provocano delle grida di terrore. Ups.
    Incazzato uscii, quando nel corridoio notai delle strisce di sangue sui muri e il tappeto, come se avessero trascinato qualcuno. Ma quando impareranno a nascondere le tracce? Mi sa che a Natale gli regalo il gioco del Piccolo Investigatore … magari imparano!
    Mi girai e mi concentrai sull’aria che mi circondava, trasformando in gas, che riempì la stanza in pochi secondi. Cancelliamo le tracce. Tirai fuori una scatola di fiammiferi che avevo trovato e ne accesi uno. Magari gli invio anche la scatola del Piccolo Chimico. Creai una barriera d’aria, che avrebbe parato ogni colpo, fosse del fuoco o di qualche oggetto, per non andare a barbecue, e seguii la traccia che piú esplicita di cosí non puó essere. Non è giusto, cosí è troppo facile. Sospirai mentre il suono dei miei passi venne coperto dall’esplosione dietro di me e dalle grida di terrore degli esseri inferiori in strada. Alzai gli occhi al cielo esasperato. Ignorai il caos e le lingue di fuoco che mi seguivano, quasi fossero vive e volessero distruggere il mio scudo per bruciarmi vivo, e continuai a imitare Sherlock Holmes - in una versione decisamente piú sexy - fino a una porta di servizio.
    Diventai invisibile e spalancai la porta con una raffica di vento. Bene bene, cos’abbiamo qui? Della ambrosia. Devono averla de-immortalizzata qua. Molto bene.
    Aprii la mia mente finché intorno a me non vidi nient’altro che della tenebra illuminata da delle luci … le luci delle anime mortali e immortali. Cercai l’anima che mi interessava e le parlai telepaticamente “Asdar, trovami l’ospedale piú vicino a dove mi trovo”.
    Vidi l’anima del mio Capo delle Guardie spostarsi senza fare domande. Aspettai qualche minuto impaziente e pronto a farlo a pezzettini se non si dava una mossa, ma i miei piani omicidi vennero interrotti dalla sua prontezza. Dannazzione.
    “Capo, l’Ospedale è proprio sulla parallela, a piú o meno cinquecento metri”.
    Interruppi la connessione e spiccai il volo, fermandomi a guardare l’edificio in fiamme che continuava ad esplodere. Le lingue di fuoco stavano lentamente salendo sempre di piú verso gli ultimi piani e la casa adiacente, spostata dal vento. Non mi presi la briga di evitare che si propagasse. Un piccolo avvertimento per i nostri amici Cacciatori.

    << Mi scusi, sto cercando una ragazza che ho portato qui un po’ di tempo fa, ma purtroppo non so il suo nome. L’avevo trovata mal ridotta in Cours la Reine>> guardai fisso negli occhi l’infermiera, sfoggiando tutto il mio fascino.
    La brunetta deglutì sorpresa e mi fissó ad occhi sgranati, pieni di desiderio. << M-mi scusi, ma non posso dirglielo io, prima devo parlarne con il primario … >>.
    << Oh, mia cara, sono certo che una splendida ragazza come te saprá dov’è la sua cartella>> la sfiorai di sfuggita con la mano, mentre i suoi occhi andavano ancora piú in fiamme, cosí simili a quelle che avevo scatenato poco fa nell’appartamento. Sí, è fin troppo semplice.
    Le sorrisi << Magari possiamo scendere ad un’accordo>> feci scorrere lo sguardo sul suo corpo dalle curve da urlo con fare allusivo, abbassando il tono della voce.
    << Certamente. Mi segua prego>> e si giró ancheggiando per il corridoio verso una porta con il cartello “Réservés”.
    La seguii lanciando sguardi di fuoco a tutte le infermiere nelle vicinanze, che mi fissavano dalla testa i piedi, arrossendo poi quando le sorridevo. Aaaaah povere mortali. Cosí influenzabili.
    Entrai nella stanza buia, ma appena messo piede la mia guida mi si incollò addosso. Le presi il viso e le feci una carezza << Non adesso>>.
    Sospiró frustata, ma obbediente andó verso uno scaffale con delle cartelline <<sei fortunato che quella ragazza l’ho seguita io>> mi porse una cartella con dei documenti <<anche se è strano, mi sembrava che fosse stata una donna a soccorrerla>>.
    Feci un mega sorriso <<infatti>> e l’addormentai con un sonnifero sotto forma di gas. Era come se un tentacolo celeste quasi bianco si attorcigliasse intorno alla donna, che ogni secondo che passava si arrendeva sempre di piú al sonno, finché non cadde a terra addormentata. Il tentacolo, che sembrava avere vita propria, la fissó, proprio come stava facendo il suo padrone, prima di dissolversi in una nebbiolina candida, e infine tornare aria <<dormi angioletto mio>>.


    Ragazza senza nome




    << Oh cavoli, ma è bellissimo! Cos’ho fatto di cosí buono per meritarmi questo? Non dovevate, siete stati troppo buoni!>> esclamai con voce mielosa. Cambiai tono e tornai seria << No sul serio, potevate anche risparmiarvela>>.
    Ecco il “castello” dove sarei stata per almeno un anno a quanto pare: una villetta vecchia come il mondo, mal ridotta, alberi spogli, nessun fiore, cancello arrugginito, vialetto talmente screpolato che ci potrebbe inciampare anche una formica ... Wow sono a Bellezzaland!!!! Non bastavano i vestiti sformati che mi avevano dato! Secondo me Janet li ha scelti cosí per nascondere il mio corpo da favola. È gelosa! Continuai a canticchiare mentalmente quell’ultima parola mentre attraversavo il vialetto, attenta a non cadere.
    << Signorine! Ben venute all’Orfanotrofio Blancon>> un uomo, probabilmente il Direttore, ci aspettava alla porta principale.
    Sorrisi cordiale, senza fargli notare quanto trovavo ridicolo il suo abbigliamento da sfigato << La ringrazio. Io sono la Signorina la Reine>>.
    Eh giá, non riuscendo a ricordarmi i miei dati, mi ero data un nuovo nome e cognome, quest’ultimo in onore al vicolo misterioso di qualche giorno fa << Alexine - la forma femminile di Alex, il nome di Infermiere Dalle Occhiate Di Fuoco - La Reine>>. Ma che romantica che sono!
    Si presentò anche Janegelosa - non sembra il nome di una caramella? Bhe una caramella molto ... gelosa!!!! - cosí potemmo entrare nel Palazzo di Cristallo. Pregai che non fosse peggio. Mi guardo in giro. Bellisimo! Una mostra sui ragni e i vari tipi di polvere! No, che forte. Chissá se hanno pure in vendita del cibo ammuffito? Mi guardo in giro per cercare il negozio dei souvenir in questione, quando vedo il cartello “Mensa”. Oh eccolo! Sghignazzai senza farmi vedere da Mister Sfigato.
    << Quindi le hanno giá detto quale sará il suo ruolo? Una sorvegliante. Siete in cinque. Dividerai la tua stanza - Ehm prego? Stanza? Secondo me volevi dire Camera dei "rifiuti" dei topi... - con una nuova arrivata. Ha il tuo stesso problema di memoria. Farete subito amicizia>>.
    << Evvai! Saremo amiche per la vita! Come faceva quella canzone che canticchiavano i bambini in pediatria? Ah sí: “Un amico è il bene più’ prezioso che hai, ogni cosa è meno bella senza lui, un amico vero non ti lascerà mai, non fare caso al resto, per un amico questo ed altro!”>> guardai sarcastica il Direttore. Ma fammi il piacere.
    << Ehm la mia assistita voleva ringraziarla … vero Alexine?>> Janegelosa mi rivolse un’occhiata irritata. Ma chi sei? Mia madre?
    Le rivolgo un sorriso falso << Esattamente. Vorrei ringraziarla per non avermi messa nella stessa stanza di Miss Sono Meglio Di Te Perché Mi Sono Scopato Il Tuo Dottore - la guardai diventare tutta rossa dalla rabbia - E ora mi farebbe il piacere di dirmi dov’è la mia “camera”?>>.

    << Ciao io sono Axelle>> una ragazza sui venticinque anni mi sorrideva tendendomi la mano come a un colloquio di lavoro. La guardai in mezzo alla stanza decorata da muri bianchi, un letto a castello e una scrivania semplice << Wow mi sento come una regina!>> ghignai << Comunque io sono Alexine … strano quanto i nostri nomi si assomigliano!>> le stringo la mano analizzandola bene bene: capelli biondo scuro dritti scalati con una frangetta , occhi grigio scuro con venature giallo-dorate, fisico perfetto e un viso bello e ben proporzionato. Che bello! Siamo la coppia delle Belle Smemorine: strafighe e senza una cazzo di memoria!
    Azzardai un’altra occhiata alla stanza << Siamo cosí, come dire … fortunate! Si questa è proprio la parola adatta … a una situazione decisamente al contrario! Dimmi, ci sono almeno dei bei uomini? Spero di sí altrimenti mi suicido … intendi?>>.
    Rise << Oh tranquilla, ci sono dei tipi passabili, ma scartabellando nei documenti del Preside ho trovato una cosa molto interessante … domani sera arriveranno due figaccioni: ho trovato le loro foto. Sai sono i tipi della categoria “sbav”>>.
    Annuii compiaciuta. Sí mi sá che ci intenderemo noi due << Se c’è un biondo è mio - Guardo i suoi vestiti e poi i miei, cosí dannatamente sformati tutti e due i completi - ma prima forse dovremmo a fare un po’ di compere. Non ho nessunissima intenzione di andare in giro conciata cosí>>.
    Tira fuori blocchetto degli assegni << Ecco perché ho preso in prestito questo da un dottore del mio ospedale … me lo deve dopo avermi quasi accecata>>.
    << Anche a te? Aspetta non dirmi che avevi il Dottor …>>
    << … Kylen. Sí ero nel tuo stesso ospedale. Quell’uomo ha dei serissimi problemi: o è gay o è una donna che si è fatta un trattamento completo da un chirurgo plastico per diventare un grassone baffuto>>. Ridevamo ancora mentre uscendo continuavami a prendere in giro i medici e il caro Direttore, pure mentre gli passammo davanti.



    Limbo Immortale




    Allora? Dove sei finito?

    Ci sono quasi, l’ho trovata. Domani ne sapró di piú.

    Bene, fai attenzione a Loro. Non la devono trovare o saremo finiti. Lo sai qual è la loro missione.

    Lo so bene. Sono degli immortali, è normale che vogliano del potere supplementare.

    Fai in modo che non succeda.

    Stai tranquillo.

    Come posso? Da te dipende il Regno Immortale! Non voglio problemi, neanche il minimo. Sono sulle sue tracce. Non mi sorprenderebbe che domani avrai compagnia.

    La difenderò … è un posto piccolo, non potrei confonderla.

    Bene, fai solo attenzione a quell’Arcangelo, non mi piace come si comporta dalla sua sparizione. Secondo me c’è sotto qualcosa.

    Lui? No, impossibile! È sempre stato dalla parte del bene, altrimenti sarebbe giá morto. Lo sai bene che i Vendicati non perdonano.

    Sono sicuro che tu lo sappia meglio di me …

    Dobbiamo proprio?

    Ti torturerò finché non vorrai altro che tornare sotto le cure della tua Padrona.

    NO MAI! LEI NON MI AVRÁ! NON SUCCEDERÁ MAI!

    Mai dire mai amico mio. Mai dire mai. Voglio quelle informazioni e lei. Soprattutto lei.

    Perché ti interessa cosí tanto? In fondo ce ne sono tante come lei. Potresti sostituirla senza problemi.

    Non dire sciocchezze. È unica. Mi interessa come interessa a Loro. Mai pensato che la vogliano per un motivo?

    Quale?

    Non ti serve saperlo.

    Di sicuro una cosa in grande se hanno mobilitato un tale numero di soldati per prenderla.

    Soldati? Direi piú che altro leccapiedi. Ti ricordi dei Milwyr dell’Ordine?

    Quei bastardi, come hanno osato?!

    Ancora una scelta di parole sbagliata. Non sono bastardi. Sono codardi.

    Sono scesi fino a tale punto?

    Sí hanno ben pensato di uscire dalla lista nera per salvarsi.

    Speravano di rubarcela? Non ce l’avranno mai prima di noi. Neanche i Principi.

    Soprattutto i Principi. Non ho capito bene i loro piani, e questo a mio avviso li rende ancora piú pericolosi, poiché piú imprevedibile.

    Hai ragione. Dov’è la nostra amica?

    È all’Orfanotrofio.

    Ma che tempismo perfetto!

    No aspetta, sta uscendo con un’altra ragazza.

    Bene seguila, voglio sapere tutto di lei. Cosa mangia, che numero si scarpe porta, cosa sogna, cosa pensa … maledizione, pure quanti cazzo di capelli ha!

    Sí … certo … sicuro …

    Osi prendermi in giro? Devo ricordarti la fine di Ailbhe?

    No.

    Bravo, hai capito bene. Aspetto il tuo rapporto dopodomani.

    Ci saró.



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    Alexine




    Una cuscinata in piena faccia. Ma che gentilezza.
    << Alexine! Svegliati!>> la mia “dolce e premurosa” compagna di stanza sbraitava come un colonnello ai suoi soldati mente continuava a tirarmi delle cuscinate con molta femminilità. Sí come no!
    << Hai tre secondi … anzi, oggi sono di buon umore quindi diventano quattro! Forza alzarsi!>> urló spaccandomi un timpano.
    Brontolai assonnata.
    Esasperata Axelle smise di scambiarmi per un sacco d’allenamento da boxe e puntó sul mio punto debole << Ci sono dei figaccioni nella mensa…>>.
    Non finí la frase, travolta da una Alexine completamente sveglia che si preparava alla velocità della luce << Ma non potevi dirmelo prima? Dai andiamo!>>.
    Spalancai la porta trascinandola fuori mentre nell’altra mano tenevo uno stivale che saltellando su un piede mi infilai a stento sui jeans super attilati che formavano praticamente una seconda pelle.
    << Allora, cosa c’è oggi di prelibato per colazione? Topi morti? Rane impanate con mostarda e ketchup? Oh no, ancora meglio: merda fritta con un contorno di sputi e capelli rinsecchiti delle cuoche!>> mi controllai i capelli su un vetro che dava su un’aula dove facevano lezione. Mi fassarono. Feci ciao ciao con la mano e mandai un bacio stile principesse delle favole.
    Axelle mi trascinò verso le porte della mensa << No a tutte le domande. Oggi avremo invece stufato di gnocco con un contorno di usignoli arrostiti>> mi indicò con un cenno un ragazzo niente male che doveva avere sui diciott’anni << Lui è Eric. Se ne andrá quest’anno>>.
    << Peccato. E lui?>> fissai un trentenne dal fisico atletico e una schiena da paura.
    << Quello è Felix Mandrien Il Prof. Bada bene “il” con la “i” maiuscola. È per definizione il professore dietro il quale sbavano tutte le studentesse>> mi indicò un gruppetto di sedicenni seduto ad un tavolo, che lo fissavano come se fosse un dio greco sceso in terra. Ma compratevi una bacinella che state allagando la mensa con la vostra bava!
    << Ne sai di cose per essere qui da due giorni. Aspetta fammi indovinare: sei la regina del gossip>> mi misi in fila sorridendo all’insegnante che sgranò gli occhi davanti al mio abbigliamento: stivali alla caviglia in pelle nera con tacco quattordici, jeans attillati, blusa nera larga con le maniche a tre quarti e scollatura profonda, corsetto nero sopra e medaglione in tinta dall’aria antica.
    Continuó ad avanzare andando a sbattere contro la colonna.
    Ridacchiai << In effetti non è male questo posto … mi sa che me lo faró piacere>>.
    << Non che bisogna sforzarsi. Essendo delle sorveglianti non dobbiamo andare a lezione, una vera pacchia. Non dobbiamo neanche rispettare la regola che non ci devono essere relazioni extra-curricolari con gli insegnati non essendo studentesse>> quest’ultima frase la disse a voce piú alta, facendosi sentire da Mandrien.
    << Ma che dobbiamo fare?Sorvegliare e controllare che un certo professore scopi bene? Perché è quello che ho intenzione di fare>> sentii Mandrien ridere con una nota di soddisfazione maschile nella risata. Mi girai e gli feci l’occhiolino, provocando un coro di proteste dai tavoli delle ragazze, ormai allagato dalla bava. Che schifo!
    Rise << Anche quello. No dai, comunque il nostro compito è quello di controllare i ragazzi. Insomma, dobbiamo evitare che i ragazzi facciano casino>> si tiró una manata in fronte << Oh a proposito! Stavo per dimenticare. Eccoti la tua fascia di sorvegliante>> prese dalla tasca della minigonna un bracciale di stoffa bianco con delle decorazioni gotico-floreali. Originale. Ma la infilai al braccio, mentre lei faceva lo stesso con un altro bracciale identico al mio.
    Gli studenti-orfani appena videro le fasce capirono che non eravamo come loro e smisero subito di fare le battaglie di cibo e spintonarsi. Mmmm interessante. Promemoria: chiedere alla mia collega Bella Smemorina che tipo di punizioni venivano usate.

    << Ma porca …>> ero come sempre incazzata nera, e perché? Perché quel maledetto Direttore mi aveva appena convocato e fatto la predica. Cito letteralmente “Signorina, sono stato informato del suo rimplorevole atteggiamento questa mattina nella mensa, nei confronti del professor Mandrien. La prego di non esprimere piú in pubblico questi commenti … ecco … - qui era arrossito come un peperone. Quanto ci scommettete che non sa neanche cosa vuol dire la parola sesso? - … poco adatti in presenza di minori. Ehm, si … ecco … puó andare”. Alzai gli occhi al cielo. Ma cosa crede? Che i ragazzini sono delle suore e dei preti? Ma se sanno piú di lui su tutto l’argomento! Ma dove vive?
    Mi fermai a pensare su chi fosse la spia, e la risposta mi arrivò subito in mente. Le ragazze sbavatrici. Si erano loro. Ghignai. Oh, gliela faró pagare. Come gliela faró pagare. Mi pregustai il sapore della vittoria, mentre attraversavo il cortile interno, ormai buio, per andare alla sala comune.
    << Ehi, scusa!>> una voce maschile mi spaventò.
    Girai su me stessa per guardare l’aspirante Samara Morgan di The Ring, solo nella versione maschile. Bhé piú o meno maschile … quello aveva tutta l’aria di essere gay. Lo analizzai per bene: un metro e ottanta di fisico atletico con dei bei muscoli, castano, occhi … che? Ma questo qui ha gli occhi viola! Oh che scema, ma non lo sai che esistono le lenti a contatto? Mi presi a ceffoni mentalmente.
    << Dimmi pure>>
    Mi sorrise timido con il bonus di un risolino estremamente femminile << Sono nuovo qui. Dovevo andare dal Direttore per farmi dare tutte le informazioni-mi guardò il bracciale di tessuto al braccio destro-oh ma pure tu sei un guardiano! Saremo colleghi>> mi venne incontro e mi prese a braccietto.
    Wow, che entusiasmo! Manco fossi Babbo Natale in persona, o nel suo caso la Fatina dello Shopping e degli Smalti. Ma cosa mi lamento? Quanto vorrei come miglior amico un gay. << Allora cara? Mi fai strada?>> ancora quel sorriso.
    Ricambiai << Seguimi tesoro>> mi incamminai verso l’ufficio di Mr. Il Sesso Non Esiste E Siamo Tutti Delle Suore E Dei Preti << Allora? Che hai combinato per finire da queste parti?>>
    Stai a vedere che pure lui è una Bella Smemorina << Volontariato. Prima lavoravo in un canile, ma visto che adoro i bambini ho fatto domanda qui>>
    Cristo santissimo! Adesso si metterà pure a recitare tutte le parabole di Gesú. Bhe almeno il Club delle Smemorine non si è ampliato.
    << Ma che dolce!>>
    << Cara ma dove hai comprato quel ciondolo? È favoloso. Se non fosse che non saprei come abbinarlo lo comprerei pure io. A proposito! Stavo per dimenticare le valige!>> mi lasciò andare e corse indietro saltellando come Heidi. Porca vacca. Questo qui è gay fino al midollo!
    << Hai bisogno di una mano?>> strizzai gli occhi per vedere meglio con quel buio. Per tutti i puffi … non dirmi che … Aveva portato sette trolley di quelli grandi grandi. Sette.
    << In effetti … forse ho esagerato>>
    << Forse? Forse?????? Ma scherzi? Manco la Regina d’Inghilterra ha tutti questi vestiti! Ma ci sono degli smalti?>>
    << Ma per chi mi hai preso? Certo!>>
    Ridendo gli presi di mano tre valige di mano e mi incamminai un po’ a fatica verso i dormitori.
    Il ragazzo mi guardó perplesso << Ma non stavamo andando dall’altra parte?>> mi giro di nuovo verso di lui << Pensavo che magari prima ci conviene portare tutti ‘sti affari nella mia stanza, visto che non sappiamo ancora la tua. Vieni?>>
    << Ceeeeeerto cara! Come farei senza di te?>>
    Mi raggiunse sempre sorridendo.
    << Semplicemente non vivresti>> gli feci l’occhiolino e ripresi a camminare.
    << Comunque non mi sono presentato. Io sono Asdar>> fece per porgermi la mano ma poi si ricordò dei bagagli e lasciò stare. Saggia idea.
    << Che nome originale! Io invece sono Alexine. Cioè non è il mio nome, o almeno credo. Sai non mi ricordo niente del mio passato … >> Speriamo che adesso non si metta a piangere per pietá per me. Sarebbe il colmo … è giá tanto che non parli di sé stesso al femminile!
    Me lo immaginai in costume con i bei muscoli in bella vista in stile macho dire con una vocetta alla Marilyn Monroe “Sí cara, ieri sono andata a farmi la piega. Oh sí, certo che mi sono fatta fare anche manicure e pedicure! Ma per chi mi hai presa? Per una battona? Mi offendi cara! Io metto vestiti molto eleganti e non volgari. Noi donna siamo troppo preziose e belle per essere rovinate con dei vestiti orribili!”.
    Impiegai tutte le mie forze per non cadere a terra e rotolarmi dalle risate, ansimando come una donna che sta partorendo.
    << Veramente? Oh stellina quanto mi dispiace!>>
    << Tranquilla … ops scusa … ehm volevo dire … tranquillo. Comunque siamo arrivati>> sí arrivati davanti all’impresa piú grande della mia vita, o almeno di quella che mi ricordavo: salire cinque piani a piedi con tre trolley giganti in mano.
    << Porca vacca, ma non conoscono l’invenzione dell’ascensore? Ah no scusami, si romperebbe in cinque secondi: le tarantole e i topi … >> fui interrotta dal grido acuto di Asdar che saltó su una sedia << Topi? Dove? Dove? Doveeeeeee?>>
    Sembrava sull’orlo del panico e delle lacrime. Risi << No, tranquilla! Scherzavo, non ci sono i topi – iniziò a scendere lentamente con circospezione – o almeno che io sappia!>> scattò di nuovo sulla sedia, regalandomi un urletto terrorizzato. Non avevo messo questo in lista a Babbo Natale! << No dai, momento serietà:non c’è nessun topo o altro tipo di roditore!>>
    Asdar sospirando scese con l’aria di uno che sta per svenire.
    Ridacchiai per l’ennesima volta << Dai forza che ci aspetta una faticaccia! Io sono al quinto piano>>
    << Al quinto? Oddio!>> controllò il suo pullover rosa << Ma suderò tutto!>> mi fissó allarmato.
    Oddio, questo qui è ancora piú femminuccia di me!
    << Aspetta, ho un’idea>> feci qualche gradino e urlai << Ehi! Colonnello Axelle! Porta giú le tue chiappe che la truppa ha bisogno di aiuto, e se fossi in te mi cambierei quei trampoli che spacci per scarpe!>>.
    << Mica sono solo trampoli! Sono I Trampoli Armani, con la “i” maiuscola>> di corsa fece due piani << E non mi danno alcun problema, potrei fare l’equilibrista io!>>
    Spostai la manica e guardai le lancette del mio orologio della Calvin Klein, comprato in onore a quel bonaccione di Travis Fimmel << Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno …>>
    << Merda!>> “l’equilibrista” lanciò un urletto soffocato << Mi sono presa una maledetta storta. Alexine io ti ammazzo!>>
    << Mettiti in coda tesoro, prima ci sono tutte le ragazzine del Club Sbavare Dietro Al Prof. Mandrien È Sexy>> le feci un inchino.
    << Contaci>> notó Asdar << Piacere io sono Axelle>> si chinó dagli ultimi gradini facendogli scorgere una buona porzione di reggiseno porgendogli la mano.
    Ovviamente lo notó << Cara ma dove hai comprato quel reggiseno? È favoloso>> allungó la mano per scostare un po’ la camicetta della mia amica. Nooooo, non dirmi che … oddiosto muorendo dalle risate.
    Il maschietto si portó l’altra mano alla bocca con il bonus di un gridolino estasiato << Mio Dio! Questo pizzo è lavorato benissimo. Sai ho uno smalto che si abbinerebbe benissimo>>
    Axelle si ritrasse e indico con in pollice l’ammiratore << Ma fa sul serio?>> mi guardò ironica.
    Ridacchiando presi sottobraccio il nuovo arrivato << Eh sí. È un vero peccato>>
    Mi avvicinai alle valigie << Dai forza, dacci una mano a portare queste sopra>>
    << Grandioso, io … >>
    Qualsiasi cosa stesse per dire venne interrotta dal rombo di una macchina. Mi correggo, non era una macchina: era una Ferrari nera bella lucida.
    << E questa da dove spunta?>> dimenticai le borse e mi diressi verso il bolide. Che cazzo ci fa un riccone in un posto merdoso come questo? Maledizione, manco una Fiat 850 arrugginita e che perde pezzi per strada sarebbe all’altezza!
    Con un ultimo rombo il motore si spense e la portiera si aprí, rivelando il guidatore e probabile proprietario. Oh merda.
    << Ciao bellezza>> un ventiseienne stava appoggiato alla portiera aperta, mentre con un luccichio che conoscevo bene mi analizzava attentamente. Mi rivolse un sorriso di approvazione.
    Percorsi gli ultimi passi che ci separavano << Ciao splendore>>.
    Splendore? È molto piú che uno splendore! Alto, muscoli che sapevano il fatto loro, capelli castano scuro mossi e occhi … gialli? Cavoli ma allora è proprio la moda delle lenti colorate.
    Axelle si rese conto anche lei del bel maschietto appena arrivato, che per fortuna sembrava etero. Diedi un’occhiata a Asdar che lo guardava rapito, anche se lessi una certa nota di delusione negli occhi. Sí non è dell’altra sponda … ho avuto l’opinione dell’esperto …
    << Mie signore, mi sembra di capire che avete bisogno di un aiuto>>
    Sollevai un sopracciglio << Hai capito bene>>. Ma come diavolo l’ha sentito?
    << Allora lasciatemi portare queste valige per voi … ovviamente peró il tutto ha un prezzo>>
    << Spara>> Axelle era ormai attaccata, anzi, spalmata sul riccone.
    << Ebbene, voglio un bacio da tutte e due>>
    Risi << Tesoro, ma ricorri a questi metodi per baciare una ragazza? Cavoli come sei caduto in basso. Fa tanto sfigato senza una cazzo di ragazza e che ne cerca una disperatamente e applica delle tattiche ridicole. Comunque le valige sono lí verginella>>
    Arrossí colpito nell’orgoglio.
    << Ehi Alexine, mi sa che hai azzaccato in pieno! Se vuoi mia cara verginella ti regalo un manuale su come si usa un preservativo. Te ne darei uno per capire le donne, ma non esiste libro che azzecchi. Mi dispiace>> alzó le spalle e venne al mio fianco.
    << E te ne vuoi uno per essere sexy? A uno non si rizzerebbe manco se dietro di te ci stesse la donna piú arrapata del mondo. A che piano devo portarle?>> prese la metá delle valige in mano << Donna dammi una mano!>> feci per avvicinarmi, quando capii che si riferiva a Asdar. Che stronzo, povero As.
    Al passo di carica andai dal nuovo arrivato e gli presi l’avambraccio per impedirgli di iniziare a salire le scale << Senti … >>
    << Aaron >>
    << Ecco, senti Aaron: tu qui non offendi nessuno, e soprattutto le persone sensibili come il mio amico. Sono stata chiara?>>
    << E altrimenti che mi fai? Ti metti delle maglie sformate per impedirmi di vedere il tuo bel davanzale?>>
    << Brutto egoista, bastardo … >> ritrassi la mano, facendo cadere un ciondolo da un nastro di cuoio al poso. Mi chinai a raccoglierlo. Una stella a cinque punte con una capra in mezzo.
    Mi allontanai di colpo, sopraffatta da uno stupore di cui non sapevo il motivo. È solo una maledetta stella con una capra, non vuol dire niente …
    Mi paralizzai mentre delle immagini riemergevano dai miei ricordi che pensavo perduti.

    Ero in una radura illuminata. Intorno a me solo alberi e rocce … e Alías.
    << Ehi principino! Sei davvero convinto di potermi battere? Non ci sei mai riuscito, e mai ci riuscirai>> lo guardai beffarda, mentre sfioravo i pugnali attaccati alla mia cintura e alla Glock infilata nei pantaloni.
    << Mia cara, ti batterei anche ad occhi chiusi. Vogliamo vedere? È da tempo che mi volevi ammazzare no?>>
    << Brutto bastardo! Te la faró pagare>> scattai lanciando uno dei miei fidati coltelli, che peró finí incenerito da un’armatura di lava che si era formata intorno al demone. Codardo.
    Una parte della difesa si stacco, sostituita da del nuovo liquido, e si diresse verso di me come un missile. Mi scansai, ma la vampata cambiò direzione e puntó su di me, quasi avesse un’intelligenza tutta sua. Fanculo.
    Mi concentrai e una lastra di ghiaccio si formó davanti a me, a formare uno scudo. Il missile demoniaco svaní in una nube di vapore << Visto demone? Non sei l’unico ad avere una protezione>>
    Tirai la Glock, approfittando del vapore e dello spessore del ghiaccio che nascosero la mia mossa, e concentrandomi sul mio udito molto fine, come quello di qualsiasi creatura della notte, e individuai la posizione di Aliuccio.
    Tirai fuori il caricatore e visualizzai le pallottole, mentre con un comando mentale distrussi la barricata di ghiaccio. Sparai due colpi verso il mio bersaglio, senza perdere l’immagine mentale dei proiettili. Ghiaccio. Un rivestimento di ghiaccio. Lo immaginai ricoprirli, sapendo che si sarebbe avverato anche fuori dalla mia mente. A confermarlo furono le imprecazioni di Alías, che non si aspettava che potessi superare la sua barriera di lava. Si premette la mano sul fianco ferito.
    << Sorpreso?>>
    << Un po’, ma se fossi in te lo sarei anch’io>>
    << E da cos… >>
    Una bomba esplose poco davanti a me, buttandomi indietro, contro una parete rocciosa. Merda.
    << Bel colpo>> sussurrai << Ma non hai fatto i conti con questo>>
    Alìas si guardó intorno << Questo cosa? Non vedo niente. Non mi dire che stai delirando>>
    Una voce identica alla mia rise << Girati Aliuccio>>
    Dietro di lui una mia copia gli stava puntando alla testa una Glock uguale alla mia.
    Mi unii alla risata del mio clone << No, direi che non sto delirando. Se fossi in te farei attenzione, quelle pallottole sono di titanio puro>> tirai fuori la mia e gliela puntai contro << Prova a tramortire una delle due e ti ritroverai con un bel buco in testa ... Non vorremmo rovinare questa bella testolina, vero?>>
    << Oh non la rovineremo, perché se tu spari, una bella balla di fuoco ti incenerirà. Guarda sopra la tua testa>>
    Feci un cenno alla mia copia che confermó.
    Molto bene, quindi eravamo ad un punto di parità << Allora dichiaro concluso il combattimento. Approvi?>>
    Si inchinó con fare beffardo << Come la principessa desidera, ma ci rivedremo>>
    Scomparve in una nube di fumo, lasciando una rosa sul prato, e non una rosa qualunque ... Era una rosa di fuoco.




    Axelle




    << Piccoli mocciosi ... Vi insegno io a fare 'sti scherzetti!>> Asdar incominció a rincorrere dei bambini che gli avevano lanciato un gavettone. Strano che non si stia preoccupando delle scarpe fradice.
    Guardai il nostro collega Aaron, che a quanto pare era pure lui un sorvegliante ... Ah povero Asda, deve essersi innamorato di brutto … ecco perché è cosí distratto.
    Feci per soccorrere il mio amico, quando Aaron mi fece cenno di venire da lui. Curiosa lo accontentai. Chissá cosa mi spara adesso.
    << Ti va di fare una passeggiatina nel Regno delle Formiche e delle Merde?>> senza attendere risposta schiacció la sigaretta che stava fumando con il piede, e andó verso il portone principale.
    Ancora una volta obbedii incuriosita.
    Il Regno delle Formiche e delle Merde non era altro che il giardino che circondava l'Orfanotrofio, soprannominato così per i formicai ogni cinque centimetri, e l'ampia presenza di merda di cane, visto che i nostri amabili concittadini avevano l'abitudine di far scorrazzare il loro cagnolino per il "parco", nonostante fosse vietato. Come entrassero senza farsi vedere era un mistero.
    << Allora? Sputa il rospo Mr. Ferrari>>
    << Ma che gentilezza!>>
    Lo guardai torva, mentre imboccammo il vialetto che faceva il giro della proprietà << Non riesco a capire perché uno come te si trovi in questo posto. Insomma, scarterei la possibilità del volontariato, non hai problemi sanitari, sei maggiorenne, non mi pare che tu abbia bisogno di soldi ... Ma che cazzo ci fai tu qui?>>
    << Sono qui sotto ordine del Tribunale. Lavori per la comunità o prigione, ecco cosa potevo scegliere per ripagare la legge, e come puoi constatare, ho scelto la prima opzione. Non me la sentivo di lasciare la mia macchinetta sola soletta>>
    << Ah abbiamo infranto la legge? Interessante. E cosa avresti combinato?>>
    << Niente di che: atti di vandalismo, offesa e resistenza a pubblico ufficiale, spaccio e porto d'armi illegale>>
    Rimasi a bocca aperta << Porca ... E te la stai cavando con 'sto cazzo di lavoro? Ma come ... Ok domanda sciocca. Fammi indovinare. Buste sotto banco?>> scossi la testa incredula, anche se in effetti tutte queste accuse si adattavano bene al suo fascino di bello e dannato. Bhe poi non è che io possa dire molto … pure io qualche infrazione l’ho fatta … in buona fede, ma l’ho fatta.
    << Visto che sei sveglia? Guarda, come premio ti dirò subito quello per cui ti ho chiamata qui: io, te, capelli rossi e finocchietto in città domani pomeriggio. Ho scoperto che ci sarà una fiera, buffet e giostre. Non è il massimo, ma è l'unico posto dove Mr. Sfigato ... >>
    << Mr. Sfigato? Aaaaaaah parli del Direttore>>
    << ... Ci concede di andare. Che ne dici? Accetti?>> mi tese la mano con aria di sfida.
    La strinsi << Accetto, anzi ... Accettiamo>>



    Limbo Immortale





    Allora? Voglio notizie fresche.

    E le avrai. Sono entrato in contatto con lei.

    Bene, sospetta qualcosa?

    No, ho fatto un lavoro pulito. Mi reputa un suo amico.

    Perfetto. Quando pensi di prelevarla?

    Domani. Lei e i suoi due amici verranno con me alla fiera. Ho giá un piano.

    Molto bene, mi sorprendi, va tutto alla perfezione. Sembra quasi sospetto.

    Bhe in effetti c'é un problemino ...

    Appunto, mi sembrava troppo bello per essere vero. Spara.

    C'é un altro giocatore. Anche lui é interesato a lei.

    Mmmmm lei si fida di lui?

    Sì.

    Comunque. Hai idea per chi lavori?

    Ho una vaga idea, ma penso per il Principe.

    Quel Principe?

    Esattamente.
    P
    Devo scoprire i suoi piani, manderò una spia o qualcosa di simile. Non posso chiederglielo di persona, questo è certo.

    Come desideri. Volevo solo sapere una cosa.

    Sempre a fare domande eh? Vabbè dimmi.

    Puoi concedermi delle guardie? Domani deve filare tutto liscio e non intendo correre rischi con i Cacciatori in giro.

    Mi sa che hai ragione, non mi sorprenderebbe se avessero uno di loro infiltrato all'Orfanotrofio.

    Sta notte faró un piccolo giretto per le stanze in cerca di indizi.

    Mi sorprendi, mi viene quasi voglia di darti una ricompensa.

    E questo rende ancora più pericolosa la punizione in caso io fallissi, visto che adesso si aspetterà di più.

    Molto perspicace. A proposito. Nertal sta preparando i strumenti di tortura. Dovevi vedere come fischiettava felice.

    Lo amo anch'io.

    Io no, quindi cerca di non accontentarlo. Sono stato chiaro?

    Cristallino.

    Vi aspetto domani alla Reggia.

    Non vedo l'ora.


    Edited by ~•~Khloe~•~ - 3/1/2012, 00:12
     
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  2. •»Cuccìolà!×
     
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    Io l'avevo già letto ed è S T U P E N D O ! ! ! *-------* Complimenti.
     
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  3. ~•~Khloe~•~
     
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    Grz *___________________*
     
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  4. •»Cuccìolà!×
     
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    DI NULLA CARA!! :DD
     
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  5. -NihalShan-
     
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    Cavolo che bello!! *-*
     
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  6. ~•~Khloe~•~
     
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    Grz Anke a Te *______________________*
     
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  7. ~•~Khloe~•~
     
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    Eccovi un pezzettino del CAPITOLO 4 ;) Ditemi cosa ne pensate :D

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    Aaron



    << Ragazze datevi una mossa!>> ero appoggiato al mio gioiellino di macchina da piú di mezz’ora. << Cazzo pure Asdaruccio è arrivato puntuale>>.
    L’affemminato era, purtroppo, giá seduto nella Ferrari, accarezzandone gli interni affascinato << Tesoro ma questa macchina è spettacolare! Ho sempre sognato di guidarla … Anche se la preferirei rosa. Sai ho giá visto un paio di auto rosa. Sono cosí fashion!>> come al solito aggiunse un gridolino che era diventato la sua firma.
    Un gruppo di studenti che passava ci guardò stranamanete. Oh merda, quelli lí pensano che io sia gay!
    << Asdar?>>
    << Si caro?>>
    << Tu sei morto>> mi girai con le mani pronte a strozzarlo.
    << Che cosa? N … no, n … non vorrai r … rovinare la tua macchinetta!>>
    Merda ha ragione << Scendi!>>
    << No, mai! Sono gay, non stupido!>>
    << Asdar non farmelo ripetere io … >>
    << … “io ti voglio bene e non ti farei mai del male”. Era questo che volevi dire Aaron?>> la mia “cara” Alexine era appena arrivata, accompagnata dalla sua amichetta.
    << Sí mamma, come vuoi tu>> la guardai con ironia.
    << Esattamente. Hai capito come va la vita tesoro: io dico, tu fai. Semplice no?>> aprí una portiera dell’Audi r8 bianca parcheggiata dietro una siepe che non avevo notato.
    Alzai un sopracciglio << E questa? Da dove sbuca?>>
    Axelle ridacchiò << Niente di speciale … solo un rottame che ci ha gentilmente regalato un direttore di una casa per modelle. Era il nostro prezzo per pensare all’offerta per lavorare per lui>>
    Ghignai approvando. Queste due sanno il fatto loro, su questo non ci piove.
    << Ci vogliamo muovere? Devo comprare delle cosa al mercatino. Vi avverto: faremo tuuuuuuuuuuuutte le bancarelle>>
    Roteai gli occhi spazientito << Tieniti forte>> mi sedetti al posto del guidatore e diedi gas lanciando un’occhiata di sfida a Alexine che stava accendendo la sua carretta.
    Per tutta risposta ricevetti un rombo di motore e un paio di risate femminili.
    Axelle sbucó da un finestrino senza smettere di ridere << Ci vediamo laggiù tesorucci>>
    La conducente premette l’accelleratore e partí sgommando a tutta velocità. Sentii la radio accendersi, e le note di Levels del mitico Avicii, uscire a palla dai finestrini aperti.
    Volete la guerra? E che guerra sia! Accesi lo stereo e selezionai una delle mie canzoni preferite. Alzai a tutto volume, spaccando le orecchie a tutti con i bassi di Gangsta di Tatanke e Zatox.
    Sgommai a tutta velocità dietro alle ragazze. Queste due le adoro.
    << Asdar? Allacciati la cintura … non vorrei che sbattessi la testa>>
    Mi fissó allibito << Ti preoccupi per me? Questa è nuova!>>
    << Non mi preoccupo per te scemo. Mi preoccupo per la mia macchinetta>>
    Borbottando fece come gli avevo detto.
    Sentii squillare l’iPhone << Metti il vivavoce>>
    Ancora una volta il puffo rosa, giuro indossava sempre qualcosa di quel colore, mi obbedí.
    << Pronto?>>
    << Ehi ragazzi! Ma come siete lenti. Sicuro di saper guidare verginella?>> ancora quelle risate.
    << Come mi hai chiamato?>>
    << Ehi non è un mio problema se non ti lavi le orecchie! Ci vediamo laggiù>> Alexine riattaccò.
    Ve la faccio vedere io la verginella. Premetti ancora piú a fondo sull’accelleratore spingendomi fino ai 300 km/h.
    Mi squilló nuovamente l'iPhone, a cui prontamente Asdar premette il "tasto" di risposta, inserendo anche il vivavoce.
    Ghignai << Mai pensato di fare da maggiordomo? Ti assumerei subito>>
    << 'Fanculo>>
    << Asdar! Abbassiamo i toni! É così poco signorile!>>
    << Lo so tesoro, lo so>> gli sfuggì un lamento soffocato.
    << Ehi ragazzi! Smettetela di pomiciare e ascoltatem. Soprattutto te Aaron, perché saranno le ultime parole che sentirai prima di morirei>> Alexine aveva proprio l'ara scocciata.
    << Ti amo anch'io cara>> abbandonai l'aria ironica e mostrai il medio a un autista che mi suonava il clacson. Ficcati questo il culo stronzo!
    << Mi é appena arrivato un messaggio dal Mr. Sfigato: vuole sapere come mai non siamo a controllare i marmocchi. Non avevi detto che era tutto a posto?>>
    << Scusami se non ci ho pensato, stavo ...>>
    << Sí lo sappiamo, ti stavi facendo una dell'ultimo anno. Ora peró tu ci trovi una cazzo di scusa>>
    Alzai gli occhi al cielo << Ma usate un minimo di fantasia>>
    << Tesoro io la fantasia ce l'ho, ma la uso per altro ... >> Ah la nostra vecchia e pervertita Axelle … Bhe non che l’altra fosse meglio.
     
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  8. •»Cuccìolà!×
     
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    Maaa è fantastico, brava! :D continua, continua ... *-*
     
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  9. ~•~Khloe~•~
     
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    ECCOVI UN ALTRO PEZZETTINO ^^

    << Mmmmm fammi pensare. Oh ecco! Ci sono, digli che siamo andati a pranzo dal Presidente francese perché … perché mi sono scopato sua moglie>>
    << Ok>> chiuse la telefonata.
    << No! Cazzo, ma stavo scherzando! Merda adesso quelle lo dicono a Mr. Sfigato>> mi passai una mano tra i capelli.
    << E te ne frega? Che strano, avrei giurato il contrario>> Asdar mi fissó torvo.
    << È che non voglio attirare troppo l’attenzione … >>
    << Disse l’uomo che girava con la Ferrari ai 300 all’ora>>
    Sbuffai per l’ennesima volta << Dai lasciamo stare, che le stiamo raggiungendo>> premetti ancora piú a fondo sull’acceleratore.

    << Ma dobbiamo proprio?>> mi risposero tre cenni di consenso. Maledizione! Ma chi è il figlio di puttana che ha avuto l’idea di installare questa fiera?
    << Ok, voi fatevi un giretto, io vado a farmi un goccetto>>
    Feci per svignarmela quando una morsa di acciaio mi prese per il braccio. Axelle.
    << Tu vieni con me!>> mi prese sotto braccio e mi trascinó a una bancarella di intimo.
    Cambiai subito idea sulla fuga << Sai, penso che resterò. Quale completino volevi provare? Ti assicuro che posso darti un’opinione molto esperta … >>
    << Spero che sia perché li hai visti indossare da altri e non perché li indossi tu>> mi fissó.
    Feci per ribattere con una delle mie solite battute, ma fui interrotto da un’Alexine scalpitante << Ehi dobbiamo andare assolutamente alle montagne russe. Sono F-A-V-O-L-O-S-E … o almeno credo, visto che non mi ricordo un’accidente>> si fece un attimo scura in volto, ma quell’ombra fu subito scacciata da un sorriso ammiccante a un gruppo di fustaccioni. Non che a lui interessassero.
    << E montagne russe siano! Forza facci strada>>
    Con un urlo estasiato ci trascinó come un treno merci fino a un parco pieno di giostre e chioschi di zucchero filato.
    Facendosi strada fra la folla di famigliole e gruppetti di ragazzini, Alexine si mise in fila per le montagne, con un sorrisone stampato in faccia.
    Axelle la affiancó << Tesoro sembri ancora più eccitata dei bambini>> non che lei fosse da meno.
    << Proprio non capisco come vi possa piacere ... >>
    << Io sì. Ragazze mi raccomando prendiamo un vagoncino - come diavolo si chiamano? - tutto per noi quattro. Non mi piace dover stare appiccicato a estranei>> Asdar si mise in mezzo alle ragazze e guardó in cagnesco una bambina che aveva allungato una manina per guardare dentro una delle migliaia di borse che teneva in mano. Ma quanto cazzo di roba ha comprato?
    La piccola scappó via piangendo.
    << Asdar! Ma ti sembra il modo? Da te poi ... >> Axelle lo guardava con tanto d'occhi.
    Si scrolló le spalle << Odio i ficcanaso>>

    Con uno sbuffo avanzò fin alla biglietteria dove prese i biglietti << Ragazzi in qui i treni non sono a carrozze a quattro ma per due … due per ogni lato. È una Multidimensional coaster! Questo tipo rivoluziona il concetto stesso di montagne russe>> scossa la stupefatta.
    Uno degli addetti ci urló di andarci a sedere. Mi diressi verso gli ultimi quattro posti: era una fila di quattro sedili con relative cinture di sicurezza, e in mezzo ai due centrali c’era un metro abbondante, ovvero la larghezza dei binari << Ok facciamo cosí: Alexine e Axelle si mettono nei due centrali, mentre io e l’affemminato in quelli piú esterni>> senza aspettare mi sedetti a uno dei due piú lontani dal centro e abbassai il tubo metallico che partiva da sopra le spalle, per poi piegarsi per scendere fino ai miei addominali, impedendomi di cadere << Forza! Datevi una mossa!>>
    Ubbidienti si sedettero, Alexine vicino a me << Se mi togli la sicura e cado ti trascino con me, sei avvisato>>


    Alexine



    Cavoli sono cosí elettrizzata … se mi mettessero in mano una lampadina si accenderebbe, per tutta l’energia che ho in corpo! Ok, vedi di darti una calmata e assicurati che la sicura sia ben messa, a meno che tu non voglia tentare di volare. Presi un bel respiro e abbassai il tubo controllando che scattasse il meccanismo per bloccarlo. Bene. O quasi: quel maledetto di un figaccione aveva interpretato il mio sforzo di respirare normalmente, come un tentativo di calmare la paura. Infatti … << Ehi tesoro! Non dirmi che hai fifa dell’altezza>> quel bastardi rideva sotto i baffi.
    << No caro. Sto cercando di calmarmi prima che ti butti giú dal treno>> gli feci il piú dolce dei miei sorrisi. Io? Cattiva? Mai nella vita! Sono un angioletto io … ho pure l’aureola. Si come no!
    Misi da parte il dibattito contro Aaron e focalizzai il semaforo che era scattato sul giallo. Su uno schermo un po’ piú in alto conparve un conto alla rovescia.
    Dieci …
    Nove …
    Otto …
    Sette …
    Sei …
    Cinque … Merda.
    Quattro … Se Mr. Ferrari mi fa cadere …
    Tre … io gli spacco la faccia, poi …
    Due … ah al diavolo le buone maniere! Gli trancio la testa di netto!
    Uno … lo guardai in cagnesco.
    Zero.
    Con uno strattone partimmo per la salita. Sentii una signora davanti a me che pregava. Ma che cazzo preghi! Cos’è, pensi che degli angioletti spunteranno dal nulla e ti salveranno? Ma fammi il piacere!
    Finalmente la salita finí e arrivammo in cima. Per un secondo mi sembrò che non stessimo muovendo. Poi cademmo. Una caduta libera in verticale, per poi finire a testa in giú. Tornammo nella stessa posizione di partenza. No aspetta … di nuovo il mondo girava, come una trottola. Non capivo piú dove era l’alto e il basso.
    Capivo solo che stavo urlando. Non sentivo nient’altro. Di colpo fummo sballottati a sinistra, poi a destra mentre affrontavamo un altro pendio a quasi 90o. Porca vacca, quello non sará mica … un giro della morte. Sfruttando la velocità della caduta. Il mondo tornó al contrario per poi ridiventare normale. No, ancora no! Un’altra discesa allucinante ci attendeva, ma non era una discesa normale, no: era una spirale in una pendenza allucinante. Cazzo adesso mi metto a pregare pure io!
    Urlai ancora piú forte e misi le braccia in aria come stavano facendo tutti.
    Guardai il suolo, che poi diventava cielo, e poi nuovamente suolo. Non capii niente: tutto girava, e l’unico rumore che sentivo a parte le mie urla, era il rumore dell’aria che si spostava. Sulle mie braccia solo il vento che sbatteva … e due mani. Due mani che mi tenevano.
    Tirai su di scatto gli occhi, ma facendolo con la vista periferica notai Aaron. Aaron che mi stava togliendo la sicura.
    Mi dimenai per liberarmi da quelle mani, ma mi tenevano ferma come se al posto di carne e ossa ci fossero due pezzi di acciaio. Feci per urlare ancora piú forte verso Axelle, ma vide una cosa allucinante: anche lei era bloccata con le braccia in alto, anche se non vedevo nessuno che la tenesse ferma.
    E Asdar le stava slacciando il tubo di sicurezza. No, non puó essere!
    Guardai disperata gli altri passeggeri, ma erano troppo presi dalla discesa piena di curve.
    Di colpo la sbarra si sollevò e le due mani mi lasciarono. Caddi. Una caduta libera, senza la sicurezza di un sedile delle giostre, un paracadute, un filo … niente … solo aria.
    Il prato si avvicinava sempre di piú. Avevo sempre pensato che sul punto di morte avrei pianto. Invece no. Una calma incredibile mi invase. Una calma non mia.
    Era come se un estraneo mi stesse infondendo il suo stato emotivo. Assecondai la sensazione e smisi di agitare braccia e gambe.
    I capelli mi frustavano il viso, ma non feci niente per scostarli. Il suolo. Il suolo era vicino. Stavo per morire ma non me ne importava, ero in pace con me stesso, nonostante volessi urlare, ma la mia bocca non accennava a muoversi, anche se sapevo che anche ci fossi riuscita, dalla mia bocca non sarebbe uscito neanche un suono.
    Niente di me era soggetto alle emozioni che avrei dovuto provare. Niente tranne una lacrima, che disobbediente mi scese lungo la guancia, per poi cadere nel vuoto, come me, verso la morte.
    Immaginai di aprire le braccia, come un uccellino che apre le sue ali per volare per la prima volta. Un volo pericoloso ma emozionante, proprio come la vita. Proprio come quello a cui stavo dicendo addio.
    Un’altra lacrima scivolò via.
    Isolai la ragione e i pensieri, pregando che non finisse tutto cosí presto. Ma non ricevetti risposta, le uniche cose che sentivo erano il vento e l’amaro sapore del rimpianto in bocca. E due braccia. Le stesse che mi tenevano ferma prima di cadere, ma questa volta, mi infondevano sicurezza.
    Respinsi i ricordi e mi aggrappai a quelle braccia, nonostante sarebbero state la ragione della mia morte.
    Il vento si calmó. E iniziai a salire. Un susseguirsi di raffiche mi fece alzare la testa verso l’alto.
    Non è possibile. Ali. Delle ali magnifiche mi sovrastavano. Le guardai ammirata, ignorando quanto fosse assurdo: grandi, potenti, con delle sfumature azzurre su bianco, si muovevano con energia, nonostante l’apparenza fragile e delicata delle piume.


    Edited by ~•~Khloe~•~ - 5/1/2012, 17:18
     
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  10. •»Cuccìolà!×
     
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    *Q*
     
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  11. ~•~Khloe~•~
     
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    AGGIUNTE UN PAIO DI RIGHE XDDDDDDD
     
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  12. •»Cuccìolà!×
     
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    LETTE ;DDDD
     
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  13. ~•~Khloe~•~
     
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    CITAZIONE (•»Cuccìolà!× @ 4/1/2012, 16:30) 
    Maaa è fantastico, brava! :D continua, continua ... *-*

    grz cara ^^ mi metto al lavoro XDDD
     
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  14. •»Cuccìolà!×
     
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    *o* bene!!
     
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13 replies since 30/12/2011, 22:10   83 views
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