...Sarà poi vero...?

Le Historie di Lot

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  1. Anemon
     
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    Apro questo piccolo angolino dedicato alle Storie ambientate nel "mio" Mondo/Gioco Virtuale, quell'ExtremeLot che ha già attirato a sè non solo la Khlò, verooo?!?!?

    Cmq, Se non lo sapste, ExtremeLot è un mondo di ambientazione Fantasy/medioevale, abitato da numerose e diverse Creature [Umani, Elfi, Gnomi, Fate, Demoni, Angeli, Mannari... e naturalmente Vampiri... oltre a numerose altre specie...] che convivono, si combattono, si amano, etc. etc. ... Su Lot Anemon è un DRAMP [la Creatura, in effetti, è lì che è nata...], ovvero un DRuido/vAMPiro, che nel passato in cui è stato scritto il racconto del titolo [fra il 1998 e il 2000] faceva parte della Confraternita dei Druidi ed era Precettore, cioè insegnante, docente; suo compito era l'insegnare ai Giovani Adepti come diventare bravi Drudi...


    LE HISTORIE DI LOT: Sarà poi vero …?


    Be’ … Non mi capita più molto spesso, ormai, di andare alle falde dei Monti delle Nebbie, ove si trovano i boschi migliori per le raccolte dei frutti della Madre Terra a noi necessari per mille e più utilizzi successivi; a questa mansione ci pensano solitamente i più giovani Aspiranti Druidi della città, ma quel giorno, proprio l’altro ieri, avevo deciso di mettere alla prova i miei ricordi e di verificare se ero ancora in grado di distinguere un elleboro da un anemone silvestre … hi hi hi … Il sole era sorto da poche ore, dunque, quando m’incamminai oltre le mura di Lot e ben presto ero immerso nel verde della nostra bella foresta pedemontana. Respiravo a pieni polmoni l’aria salubre del mattino, ammirando i giochi di luce dei raggi solari fra le foglie dei rami che si intersecavano ai vari rampicanti e consideravo la stagione della raccolta del vischio, non proprio imminente … I suoni della foresta erano quasi attutiti dall’atmosfera magica che circondava perennemente il nostro Mondo, si udiva solo il fruscio dei miei passi e, talvolta, uno squittio di qualche volatile disturbato dalla mia presenza o il rumore degli zoccoli di un cerbiatto in fuga. Ho raggiunto il nostro Altare ed osservavo attentamente le pareti dei dolmen che brillavano illuminati dalla luce del mattino; il mio pensiero si era soffermato sulla prossima Festa dell’Equinozio di Primavera, quando la nostra Confraternita avrebbe celebrato le nomine dei nuovi druidi e poi ci saremmo lasciati andare alle Danze, ai Vini ed ai Sidri, i Giovani Aspiranti che allentano un poco la tensione dello Studio considerando anche “le” Giovani Aspiranti …e noi … ehm … meno giovani osservare loro e, perché no?, divertirci unendoci alle gighe ed all’allegria generale … Un sorriso increspava le mie labbra a questi pensieri e stavo per riprendere la via del bosco, quando all’improvviso un lampo di luce potentissima schioccò al centro del Dolmen Centrale dell’Altare. Immediatamente la mia attenzione si concentrò su quell’evento curioso e sul varco che si aprì al di là del dolmen: un rutilante vortice di luci che lentamente andavano sfocandosi verso un’immagine nitida e grande quanto l’ampiezza del dolmen stesso, una specie di finestra che si apriva su un mondo indescrivibile, così vicino al nostro … Compresi che ero stato eletto testimone di un evento portentoso e concentrai la mia attenzione su ciò che le mie pupille registravano. E vidi … Una Città … una Grande, Immensa Città … Vidi case ben diverse dalle nostre o da quelle – già alte – che avevo visto a Roma: le insulae della Città Eterna erano ben poca cosa paragonate a quei mostri di ferro e di luccicante sostanza che s’innalzavano per miglia nel cielo, noi piccoli uomini come formiche persi ed ingobbiti in strane camminate veloci … verso dove? Vidi strani carri senza cavalli, velocissimi, dalle linee affascinanti eppure così … fredde, dure, correre su nastri di strade nere e lisce … e vidi ancora strani carri nel cielo – nel cielo! – quali i Nostri Dei mai avrebbero usato per i Loro spostamenti e, lontano, vascelli di ferro senza vele, bellissimi ed ancor più freddi dei carri terrestri, che solcavano i mari ed i fiumi … E poi, giunsero i suoni. Un dolore acutissimo colpì le mie orecchie: stridori, rombi, trombe che emettevano accordi sgradevolissimi, tuoni come migliaia, milioni di cavalli lanciati al galoppo … e le Voci degli Uomini … e gli Uomini stessi. Uomini? Non un volto sereno o illuminato dal sole – che, a proposito, se ne stava celato dietro cupe cortine grigie, ben diverse dalle nostre amate nebbie – non un sorriso, non uno sguardo felice. Rabbia, frustrazione, violenza, ma soprattutto Anime Chiuse, senza Dei, senza Sogni, senza desideri se non quelli di sopraffare, primeggiare, dominare … in tutti, dai più poveri sino a quelli che stavano più in alto … Persino la Gioia era fasulla: strane pozioni o sostanze ingurgitate dai più giovani fino agli anziani non servivano ad aumentare la propria conoscenza sensoriale, ma solo per effimere sensazioni di potenza immediata e … distruggevano l’io Consapevole; e l’Amore, la Forza più Grande … Oh, l’Amore! Degradato a squallide immagini di sé stesso, mercificato, venduto o, peggio, vissuto illusoriamente. Ero colpito, annichilito, me ne stavo a bocca aperta davanti a questo quadro che feriva gli occhi, le orecchie e tutti gli altri sensi [ho volutamente taciuto gli odori terribili e velenosi che permeavano l’aria, ammorbandola in maniera oscena]. Ad un tratto, con un suono di risucchio, tutto sparì e con un battito di ciglia mi ritrovai ad osservare un falco che, alto, volava sulla foresta verdeggiante al di là del dolmen, lanciando il suo grido acuto. Mi appoggia alla parete, respirando a pieni polmoni e cercando di riprendere fiato. Aprii la mia mente. Vidi il Nostro Mondo, la Nostra Città: le Dame, i Cavalieri, i Viandanti, le Bellissime Streghe e le Affascinanti Fatine, gli Elfi Maestosi e gli Angeli Celesti … e i Demoni, i Vampiri, i Draghi ed i Personaggi Oscuri e ancora i Maghi, le Guardie, le Guide, la nostra stessa Confraternita e … i Nostri Nobili Signori. “Sentii” la Vita che scorre, con le piccole baruffe, le liti, le risate, i combattimenti e i battibecchi, le discussioni e le chiacchiere in Taverna o nel Giardino. E l’Amore… Oh, l’Amore! Sorrisi. Ed ebbi pena per quel Mondo che avevo visto, grigio, cupo, lontano … senza Vita. Ringraziai Themis e gli Dei della Dualità per ciò che mi avevano concesso, per ciò che Noi, qui, “sentiamo” e “viviamo”. E, incamminandomi verso la foresta, mi augurai di riuscire ad apprezzare, sempre, come ora, LOT, i Cittadini tutti … e la nostra fervida Fantasia.


    Druido Precettore Anemon, 18 marzo 1999
     
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  2. •»Cuccìolà!×
     
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    L'ho letto tutto d'un fiato e posso dire che è strepitoso... *-*
     
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1 replies since 16/3/2012, 13:37   24 views
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