Quella maledetta notte di luglio

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  1. -NihalShan-
     
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    Holaaaa._.
    Siccome è tipo da 'sta primavera che voglio scrivere una storia che tratti di queste tematiche- che non vi svelerò, lo scoprirete leggendo uhuh- finalmente ho trovato l'ispirazione, perché ho comprato un libro che parla della tematica che non vi dico e mi sono illuminata uù

    I hope you enjoy it (;

    Quella maledetta notte di luglio
    Prologo



    Quel giorno il tempo era caldo e soleggiato, ma nel cuore di Abby vi era una violenta tempesta. Poteva sentire la pioggia, che si manifestava come sudore freddo, scorrere lungo la sua schiena.
    Era seduta sul water, nel bagno della sua casa. Le pareti, coperte per metà da piastrelle lilla, sembravano opprimerla, le facevano mancare l’aria. I suoi occhi marroni tendenti al verde erano rivolti a quel piccolo oggetto che stringeva convulsamente tra le mani. Aveva paura. Voleva distogliere lo sguardo, ma qualcosa glielo impediva. Il suo respiro divenne più affannoso, il petto le si sollevava velocemente. Con una mano scostò violentemente i lunghi capelli color mogano che le erano ricaduti sulla fronte.
    Com’era potuta essere così stupida? Glielo avevano ripetuto un sacco di volte: bisognava prendere precauzioni quando si faceva quello. Forse era stato quel maledetto bicchiere di champagne a farle perdere il senso delle cose. Si odiava per quello, lei che disprezzava gli ubriachi e gli alcolizzati.
    Sul piccolo schermo dell’oggetto iniziarono ad apparire delle figure. Il cuore di Abby iniziò a perdere battiti, il sudore scese più copiosamente. Le figure iniziarono a delinearsi in una lentezza straziante. Piano piano si formò una scritta: pregnant.
    Lungo la guancia di Abby iniziò a scorrere una lacrima.


    ***
    E' corto, lo so, ma è solo il prologo!
    Spero vi sia piaciuto^^
     
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  2. Justine88
     
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    Povera Abby...comunque il prologo è scritto benissimo...si sente angoscia, dolore, paura...e sopratutto mi è piaciuto tantissimo l'inizio dove parla della pioggia e dove fai la similitudine con l'umore di Abby...
    Bravissima Paola, te lo dico sempre, ma te lo direi all'infinito, mi piace tantissimo come scrivi!! :)
     
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  3. •»Cuccìolà!×
     
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    Bravissima Paola, queste poche rghe sembrano promettere bene ^^" Continua...
    e te lo dico anch'io, proprio perchè te lo meriti!! "Sei bravissima"!! :)
     
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  4. -NihalShan-
     
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    Grazie mille, adoro i vostri commenti ^^

    In viaggio verso Parigi



    «È per il tuo bene» le aveva spiegato Lindy, sua madre. «Vedrai che tra un mese tornerai e parlerai il francese come se fosse la tua lingua madre!»
    Abby, però, non era affatto convinta che quel viaggio studio in Francia le avrebbe fatto bene. Era spaventata, non tanto per il fatto che avrebbe dovuto prendere l’aereo, ma tanto perché era da sola in terra straniera, lontana chilometri da casa. Nessuno che conosceva, neanche Josh, il suo migliore amico. Lui se ne sarebbe andato alle Maldive e avrebbe passato due settimane sdraiato sotto il sole, mentre lei sarebbe stata imprigionata in una scuola a Parigi. Si era maledetta mille volte per aver detto a sua madre che il francese era una lingua che le piaceva molto.
    «Non sai che bella notizia che è quella che mi hai appena dato, Abby!» aveva esclamato Lindy mettendole le mani sulle spalle. «Giusto oggi ho rivisto una mia vecchia amica e indovina? Lavora per un’agenzia che organizza viaggi studio in tutto il mondo! Mi ha promesso uno sconto in caso volessi mandarti!»
    Sua madre aveva organizzato tutto così, senza renderla partecipe di niente. Suo padre, Harold, dal canto suo era contento che Abby uscisse di casa.
    «Sei sempre relegata in casa!» la sgridava sempre. «Esci di sera, divertiti con le tue amiche!»
    Purtroppo, il signor Wood, tutto preso com’era dal lavoro, non sapeva che sua figlia, timida e chiusa com’era non aveva amiche o, almeno, non considerava amiche le sue conoscenti, un branco di ragazze fissate da sole due cose: ragazzi e moda. Abby si sentiva diversa da loro. Lei era sempre, costantemente, con la testa tra le nuvole. Non amava la moda e non le interessava avere un ragazzo con cui avrebbe avuto una storia di sole due settimane. Si costruiva milioni di castelli in aria sull’argomento amore. Aspettava sempre il classico Principe Azzurro delle favole e, quando sarebbe arrivato, avrebbe dovuto stravolgerle la vita, farla sentire un’altra. Fino a quel momento, però, nessun maschio simile era arrivato e l’unico ragazzo che Abby aveva al suo fianco era Josh. Ormai erano anni che lo conosceva ed era l’unico ragazzo a cui fosse stata a meno di dieci centimetri di distanza, eccetto suo padre, ovviamente.

    «Dimmi se trovi qualche bella francesina» disse Josh facendo l’occhiolino ad Abby. Il tanto agognato giorno della partenza era arrivato e i due amici erano seduti nella sala d’attesa dell’aereoporto.
    Abby sbuffò.
    «Me l’hai già detto, Joshua» ricordò al suo amico.
    «Ab, non chiamarmi Joshua! Sai che odio quel nome!» strillò il ragazzo indignato.
    «Scusa!» disse brusca Abby.
    I due rimasero in silenzio per un attimo. Josh si sentiva spaesato. Abby era triste, aveva gli occhi malinconici. Sapeva il perché di quello stato d’animo. La sua amica non voleva andare in Francia senza nessuno che l’accompagnasse e, inoltre, i suoi genitori non erano andati all’aereoporto a salutarla perché dovevano lavorare. Solitamente era lui a tirarla su di morale quando era triste e sentì che doveva farlo anche quella volta.
    «Vieni qua, avanti» ordinò allargando le braccia. La ragazza si buttò tra di esse e lo strinse forte, poggiando la testa sulla sua spalla. Josh iniziò ad accarezzarle i capelli che le scendevano sino a metà schiena.
    «Mi mancherai, Josh» disse Abby con la bocca premuta contro la sua maglietta blu.
    «Anche tu mi mancherai, Ab».
    «I ragazzi del viaggio studio a Parigi tutti qua per favore!» intimò una voce femminile, amplificata da un megafono. Un gruppo di ragazzi e ragazze iniziò ad avvicinarsi alla donna cui apparteneva quella voce. Una signora di mezza età, robusta e non molto alta.
    Abby e Josh sciolsero il loro abbraccio e si alzarono.
    «Buon viaggio, sorella» augurò Josh. I due si batterono il pugno, come erano soliti fare per salutarsi.
    «Grazie, bro. E divertiti alle Maldive, mentre la tua migliore amica sarà in balia di malvagi insegnanti di francese…»
    «Abby!» la interruppe Josh. «Non fare la scema! Dai, vai, altrimenti perdi l’aereo, resti qua e mi tocca sorbirti per tutta l’estate» aggiunse ridendo.
    Abby gli tirò un pugno sulla spalla.
    «Cattivo!» esclamò. Poi iniziò ad allontanarsi verso il gruppo, trascinando il trolley.
    «Ci vediamo ad agosto! Ciao, Joshua!» disse facendo una linguaccia al suo amico.
    «Non chiamarmi Joshua, Abby!»

    Abby fu una dei primi ad entrare nell’aereo e trovò subito un posto libero. Si posizionò vicino al finestrino, per ammirare il panorama. Era la prima volta che viaggiava in aereo e si sentiva eccitata da ciò. Era curiosa di vedere come fosse il mondo dall’alto.
    «Scusa, è libero questo posto?» disse una profonda voce maschile. Abby si voltò, aveva l’impressione di aver già sentito da qualche parte quella voce. Dinnanzi a lei si stagliò la figura di Chuck Harris. Lo conosceva, andava nella sua stessa scuola. Non ci aveva mai parlato, ma sapeva benissimo chi era. Faceva parte della squadra di football della scuola e ciò significava che era uno dei più popolari. Tutti quelli della squadra di football della sua scuola erano popolari.
    Chuck, inoltre era famoso anche per la sua bellezza. Alto, fisico atletico. Aveva i capelli neri sempre spettinati e due occhi verdi magnetici. Si diceva che il suo sorriso spavaldo aveva fatto strage di cuori a scuola. Se ci si aggiungeva il fatto che era benestante si aveva il quadro completo della sua persona.
    «Sì, certo!» rispose frettolosamente Abby. Il ragazzo prese posto al suo fianco e, nel sedersi, le sfiorò il braccio. Abby sentì una scarica in tutto il corpo. Era strano stare lì, in aereo, vicino a Chuck Harris, il bello della scuola, che non l’aveva mai degnata di uno sguardo. Lo guardò con la coda dell’occhio. Chuck stava in silenzio e aveva dipinta sul volto un’espressione contrariata. Evidentemente anche lui non aveva voglia di andare in Francia, da solo.
    «Ho l’impressione di averti già vista» disse lui rompendo il silenzio, dopo che l’aereo fu partito. Abby sobbalzò. Era così immersa nei suoi pensieri che la sua voce l’aveva quasi fatta spaventare.
    «Andiamo a scuola insieme» gli spiegò. Chuck annuì.
    «È vero. Ora mi ricordo di averti vista in corridoio», le porse la mano destra, «Comunque piacere, mi chiamo Chuck Harris».
    «Abby Wood, piacere mio» disse Abby stringendogli la mano. Il ragazzo fece un’espressione sorpresa.
    «Sei quella che ha vinto il concorso di scrittura creativa!» esclamò indicandola. Abby annuì timidamente, le guance leggermente arrossate.
    «A quanto pare siamo gli unici della nostra scuola ad andare a questo viaggio studio» sentenziò Chuck. «Anche tu sei stata costretta dai tuoi genitori?»
    «Sì» rispose Abby facendo una smorfia.
    «E non ne hai nessuna voglia, giusto?»
    «Esatto» sospirò la ragazza.
    «Ah, non dirlo a me. Mia madre mi spedisce a Parigi solo perché in francese non avevo un voto superiore all’otto!»
    I due andarono avanti a chiacchierare per quasi tutto il viaggio. Abby si stupì di aver socializzato così in fretta con un’altra persona. Solitamente lei era timida e spiccicava a malapena parola. Con Chuck le risultava quasi facile parlare. Forse perché aveva una faccia nota. Lui, dal canto suo, sembrava contento di aver trovato qualcuno con cui parlare. Probabilmente, pensava che avrebbe fatto tutto il viaggio zitto e immobile ascoltando la musica dal suo iPod.

    Arrivarono a Parigi dopo alcune ore di viaggio. Abby si alzò, stiracchiandosi. Stare tanto tempo seduta le aveva fatto addormentare le gambe.
    Quando scese dall’aereo avvertì una strana sensazione. Era a Parigi, la capitale della Francia. Quella vacanza sarebbe dovuta essere assolutamente indimenticabile.
     
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  5. Justine88
     
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    Sono imperdonabile, lo so, scusami Paola ma solo ora ho trovato due minuti di tempo per leggere il tuo racconto!! :( E' favoloso, comunque, questo nuovo capitolo!!
    Povera Abby mi fa così tenerezza...timida, impacciata e con il suo unico amico che parte senza di lei...
    E Chuck??Sta affascinando anche me!!*_* Cioè, bello, da quel che ho letto nemmeno stupido, benestante...anche se mi sà che c'è qualcos'altro sotto...di sicuro non potrà essere l'uomo perfetto...anzi credo che sia proprio lui il bastardo che farà soffrire la povera Abby...-.- Però nella mia mente ha preso le sembranze di Chuck Bass (ebbene, si, sono una fan di Gossip Girl!!:P)...sarà colpa anche del nome, quindi non può che starmi simpatico!!:D
    Aspetto il seguito!!;)
    p.s.: diventi sempre più brava!! :)
     
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  6. -NihalShan-
     
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    Grazie :D
    Ho scelto il nome apposta, me lo immagino un po' come uno stronzo, ma figo XD
    Dal prossimo capitolo inizia la vera storia *o*
     
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  7. •»Cuccìolà!×
     
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    Non vedo l'ora *wwwww* p.s: inutile dirlo, sei bravissima *-*
     
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  8. -NihalShan-
     
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    Gazzie :3
     
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  9. Justine88
     
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    Allora pensavo bene quando notavo una certa somiglianza tra Chuck Bass e la descrizione di Chuck Harris..*_* benissimo, allora la storia mi incuriosisce ancora di più...non vedo l'ora di leggere il seguito...!!
     
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  10. lrsmstr
     
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    ok... ho fatto un po' di fatica a leggerlo ... sono pigro XD
    cmq
    è molto bello, mi piace come descrivi tutti i particolari
    cmq io quando ho letto chuck harris mi saltato subito in mente chuck norris ahahah , troppo simili come nomi XD
     
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  11. -NihalShan-
     
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    Grazie ^^ Ahah è vero ora che mi ci fai pensare mi sono accorta pure io XDD Nooo, adesso non riuscirò più scrivere il suo nome perché mi verrà in mente Norris :'D
     
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  12. Justine88
     
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    ahahahaha..nooooo, Norris no!!XD Cmq io non ci avevo pensato!!:P Continuerò a immaginarlo come Chuck Bass!!*_*
     
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11 replies since 24/7/2012, 20:29   106 views
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