Il triste destino di un amore irrealizzabile

è una storia d' amore drammatica scritta interamente da me

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    Il triste destino di un amore irrealizzabile


    Ora vi racconterò una storia, vi renderò partecipi dei miei tormentati giorni di tristezza, nonché uno dei periodi più belli della mia vita.
    Vi starete chiedendo come fa ad essere stato uno dei periodi più belli della tua vita se eri infelice. La risposta è semplice miei cari lettori, è perché ero consapevole di essermi innamorato, e per quanto triste possa essere che i tuoi sentimenti non raggiungano la persona desiderata, il semplice fatto di amarla ti fa sentire così... vivo.


    (Il non aver specificato nessun luogo e non aver fatto riferimenti precisi è una mia scelta personale)
    (vi prego di non giudicare questa storia senza averla prima letta tutta)
    IMPORTANTE: per chi non lo sapesse con metro si intende metropolitana



    Capitolo 1: Un nuovo inizio


    La nostra storia comincia in città, con la separazione dalla mia famiglia e l' inizio di una nuova vita.
    Il distaccamento dal nucleo famigliare è un processo che prima o poi tutti dovranno affrontare e il mio cominciò così, con l' università. Quella città era un luogo molto lontano e ben diverso dal mio paesino natale dove avevo passato tutto il resto del mia vita, quindi non avevo idea di cosa mi aspettasse. Anche l' università era una realtà nuova per me.
    Avevo già scelto il mio percorso di studi, non mi rimaneva altro da fare che trovare un appartamento dove poter vivere. In seguito scoprì che il mio amico Allen aveva scelto lo stesso percorso di studi, pensai che magari poteva venire con me, nella mia stessa università così lo contattai il giorno seguente.
    "Ciao Allen, come va ?"
    "Tutto bene Lloyd, te come stai ?"
    "Tutto' apposto, senti.... ho saputo che hai scelto anche tu informatica, perché non andiamo insieme allora"
    "Si, sarebbe una bella idea"
    "Io mi sono già iscritto usando il sito dell'università, mi rimane solo di trovare casa"
    "Mio cugino vive in città da molto ed è già entrato nel circolo delle conoscenza giuste per queste cose, forse potrei chiedere a lui"
    "Sarebbe grandioso.... allora fammi sapere se trova qualcosa"
    "Ok, appena mi fa sapere qualcosa ti informo"
    "Grazie... ciao, alla prossima"
    "Ciao"

    Ero contento di sapere che Allen sarebbe venuto insieme a me, almeno non sarei stato da solo sin dall'inizio, e poi io e lui siamo stati compagni di banco nell'ultimo anno delle superiori per tutto l' intero periodo scolastico, anche se lo conoscevo solo da un anno ed era più piccolo di me perché ero stato bocciato, lo conoscevo abbastanza bene da sapere che avevamo gli stessi interessi.
    Qualche giorni dopo Allen mi informò che suo cugino aveva trovato un appartamento non molto distante dall'università e che lui sarebbe andato a vederlo con i suoi la settimana prossima.
    I miei erano molti impegnati in quel periodo, ma riuscii a convincerli ad andare insieme alla famiglia di Allen.
    Il viaggio fu terribile, i nostri genitori non facevano altro che lamentarsi di quanto fossimo immaturi e ci rinfacciavano gli errori del nostro passato, notai una sorta di complicità nel volerci schernire.
    Arrivammo alla casa, finalmente quel viaggio infernale era finito.
    Ci accolse il proprietario della casa, era una persona sulla cinquantina, non molto alta con gli occhiali e i capelli brizzolati, molto cordiale, disponibile e..... una sudorazione davvero improbabile.
    "Benvenuti, prego accomodatevi"

    Dopo essere entrati ci trovammo di fronte un corridoio piccolo con cinque porte, ognuna delle quali conduceva ad una stanza diversa.
    "Prego guardate pure, sentitevi liberi di guardare tutte le stanze ad eccezione di queste due"

    Le stanze rimanenti comprendevano una cucina molto piccola provvista di un tavolo, un televisore, un lavandino e un forno, un normalissimo bagno e una stanza con due letti, due scrivanie, due armadi e due sedie di plastica rosse davvero originali.
    In quel momento realizzai che era una doppia, così mi avvicinai ad Allen e gli sussurrai:
    "Non mi avevi detto che era una doppia"
    "Non lo sapevo neanch'io, mio cugino non me l' aveva detto"
    "E allora cosa ti ha detto per convincerti a venire qui ?"
    "Mi ha detto che questa era una delle migliori con un prezzo davvero basso rispetto agli atri appartamenti in affitto qui"
    "Spero che ne valga davvero la pena".

    Finito il giro d' ispezione della casa passammo ai fatti e il proprietario ci chiese:
    "Allora avete intenzione di prenderla ?"
    "Quanto verrebbe al mese ?"
    "Se la volete prendere sono 310 euro al mese spese comprese, e ci sarebbe un mese di caparra da pagare"
    "Ma da qui è ben collegata all'università ?"
    "Si.... si, non ci vuole molto da qui, potete prendere l' autobus o fare una fermata di metro e un altro pezzo con l' autobus"
    "E le altre stanze sono già affittate ?"
    "Non esattamente, le altre stanze sono usate da i miei figli, uno già lavora e torna a casa tardi la sera, mentre gli altri frequentano l' università, detto questo cosa avete deciso di fare ?"

    Ormai era quasi iniziato il primo semestre e non avevamo trovato altre alternative, quindi....
    "La prendiamo".

    La settimana successiva ci trasferimmo definitivamente nella nostra nuova casa, quel dannato di Allen arrivò un giorno prima di me, così si scelse il letto e la scrivania più vicini alla finestra.... quelli che volevo io. Non potendo fare altrimenti presi il letto e la scrivania rimanenti.
    Ci attendeva una nuova vita senza genitori, senza la mammina che ti preparava da mangiare, che ti lavava e stirava i panni e che ti assillava per la tua immaturità. Anche se tutta quell'indipendenza non era altro che una mera illusione, in fondo dipendevamo sempre dai nostri genitori per poterci mantenere e pagare l' affitto. Ero entusiasta di questa nuova vita e volevo dimostrare ai miei che non ero più un bambino e di sapermela cavare d solo.
    E così cominciò non solo la mia nuova vita ma anche la mia convivenza con Allen. Scoprii a mie spese che a convivere si scoprono molti lati che spesso le persone non mostrano.



    Capitolo 2: l' università


    Sapevamo che per prima cosa l' università ci avrebbe fatto sostenere un test di matematica generale per misurare il nostro livello di preparazione in materia, quindi io e Allen decidemmo di prepararci insieme. Nell'ultimo anno delle superiori ho dimostrato ad Allen di essere più bravo di lui in matematica, anche se tutti gli altri anni non ero andato poi così bene. Prima di iniziare la nostra sessione di studi cercammo un qualche test dato negli anni passati. Ne trovammo diversi.
    Contenevano venti domande a crocette e cinque a risposta aperta, per superare il test e non ottenere un debito formativo in matematica bisognava rispondere correttamente a quindici domande a crocette oppure nel complessivo a diciotto domande.
    Ammetto che io e Allen non studiammo moltissimo. Completammo diversi test con una media di errori accettabile e quindi concludemmo la sezione di studi con:
    "E' facile, non dovremmo avere problemi a superarlo"
    , anche se io non ero sicurissimo di passarlo.
    Nel caso del non superamento della prova mi sarebbe toccato fare un corso di ripetizioni di matematica inseme a tutti gli studenti che non l' avevano passato, e io volevo evitarlo a tutti i costi.
    Un giorno mi capitò di parlare con uno dei miei coinquilini di questo argomento.
    "Ciao Lloyd, come va ?"
    "Non proprio benissimo, fra qualche giorno devo fare il test di matematica e non mi sento affatto sicuro, anche tu feci il test per il debito ?"
    "Si io lo feci, lo superai e quasi quasi me ne pentii"
    "Perché ? Non eri contento di non dover seguire quello stupido corso ?"
    "E' proprio per quel corso che me ne pentii, vedi, quando sono arrivato qui non conoscevo nessuno, ero solo, e quel corso era un ottima occasione per fare nuove conoscenza, infatti tutti quelli che l' hanno frequentato poi sono rimasti con degli amici che hanno conosciuto lì"
    "Quindi mi stai consigliando di non passarlo ?"
    "Non potrei mai consigliarti una cosa simile, tuttavia ora sai come stanno le cose"
    "Ok.... grazie di avermi messo al corrente della situazione"

    Nonostante le sagge parole del mio coinquilino ero comunque deciso a superarlo, non ero solo come lui all'epoca, io perlomeno avevo Allen.
    Arrivò il fatidico giorno del test, per via dei nostri cognomi non svolsi il test nella stessa aula di Allen, e quindi in caso avessi avuto qualche dubbio non potevo bisbigliare a nessuno per chiedere aiuto. Il test si sarebbe svolto su computer, dovevi solo cliccare sulla risposta che pensavi fosse corretta per segnarla e per le risposte aperte scrivere la soluzione, i docenti ci avevano messo a disposizione dei fogli di carta per i calcoli, infine avevi un limite di tempo massimo di 30 minuti per consegnarlo. Il test risulto più difficile di quanto mi aspettassi, ho usufruito pienamente del tempo a mia disposizione e consegnai. Il computer mi avrebbe dato subito il responso.... sfortunatamente negativo. Ero un po' triste di non averlo superato, ma ricordare le parole del mio coinquilino mi tirarono su, ma la cosa che mi dette più fastidio non era sapere che avrei dovuto frequentare il corso di recupero, ma sapere l' esito del test di Allen.
    "Hey Allen, come t' è andata ?"
    "Mah... era facile.... l' ho passato con venti"

    Aveva risposto correttamente ad almeno quindici domande a risposta aperta, o nel complessivo a diciotto, non mi interessavano quale dei due casi fosse, rimaneva il fatto che l' aveva superato e io no. Tornando sul discorso...
    "E a te com'è andata ?"
    "Non l ho superato"
    "oh... mi dispiace, quanto hai fatto"

    Non volevo rispondere a questa domanda, preferivo non classificare il mio fallimento
    "Ma non lo so... non ha importanza, ma se proprio lo vuoi sapere mi pare di aver fatto dodici"
    "Vabbè, non è andata poi così male"
    "Invece no perché non l ho superato !!!"

    Mi sarebbe toccato seguire il corso mentre Allen poteva beatamente ritornare a stare dai suoi finché non sarebbero iniziati i corsi, vale a dire tra un mese.
    Qualche giorno dopo Allen partì lasciandomi da solo tra quelle quattro mura.
    Io iniziai il così tanto odiato corso di recupero, si svolgeva in un aula molto grande e piena di studenti, ciò alleviava il peso del mio fallimento perché dimostrava che ce ne erano tanti come me.
    Si svolgeva di mattina e durava ben tre ore, dalle 10 alle 13 con qualche piccola pausa tra un argomento e l' altro, la nostra docente era un' anziana signora straniera, lo si capiva dall'accento, di cui dubitavo delle capacità di insegnamento.
    Il corso trattava di argomenti molto semplici, per cui, come mi suggerì il mio coinquilino, provai di farmi degli amici, e quindi cercai un modo per farmi notare. Mi si presentò un occasione durante la lezione sulle proprietà delle potenza, l' insegnante fece una domanda semplice ma nessuno la degnava di una risposta, quindi risposi io.
    "Noi abbiamo radice quinta di 5 tutto alla decima, per la proprietà delle potenze come lo possiamo trasformare ?"

    Alzai la mano e risposi:
    "E' come se fosse 10 diviso 5, quindi diventa 5 al quadrato"

    Ammetto di non essere un asso nelle spiegazioni, ma speravo che questo mio intervento mi avesse fatto notare in qualche modo.
    "Non credo di aver capito bene cosa vuoi dire, forse hai le idee poco chiare"
    - mi disse l' insegnante.
    Dopo la soluzione di quel semplice quesito ci fu concessa una pausa e quindi uscii dall'aula.
    Molti oltre me uscirono per fumare, ma tra questi notai un ragazzo tutto solo con le mani in mano, quindi mi avvicinai e gli dissi:
    "Ma davvero mi sono spiegato così male ?"
    "Bé in effetti non si è capito"
    "Comunque mi chiamo Lloyd, piacere"
    - gli dissi mentre gli porgevo la mano per stringerla
    "Piacere, io sono Matthew"
    "Che corso frequenterai ?"
    "Mi sono iscritto a chimica, tu invece ?"
    "Informatica"

    Poco dopo ci si avvicinò un altro ragazzo e ci chiese:
    "Ma a voi come vi sembra questo corso, ci state capendo qualcosa ?"
    "Si, sono argomenti semplici"
    - gli risposi
    "Io mi chiamo Andy, piacere"
    "Anche tu chimica ?"
    - gli chiesi
    "No, informatica"
    "Anch'io"

    Ero contento di aver conosciuto nuove persone, almeno adesso potevo seguire la lezione con loro.
    Senza dilungarmi in troppi particolari visto che non sono essenziali per la nostra storia, in seguito conobbi molte altre persone. Inizialmente eravamo un gruppo unito, studiavamo insieme, andavamo a pranzare insieme e una volta siamo andati persino in una sala giochi. Tuttavia una volta finito il corso persi i contatti con molti di loro visto che non tutti presero la mia strada.



    Capitolo 3: un periodo un po' nero


    Finito il corso rifeci il test e lo passai. L ' inizio del corso si stava avvicinando e prima di iniziarlo avevo voglia di fare una qualche uscita, Allen non era ancora tornato, non mi rimaneva che chiedere a qualcuno che avevo conosciuto al corso. Contatti Vincent, mi informò che tra qualche giorno si sarebbe svolta una famosa fiera del fumetto tipica di quel periodo, a me piacevano cose di questo genere , quindi proposi di andarci insieme. La fiera durava quattro giorni, noi decidemmo di andarci il penultimo giorno, grazie a qualche sorta di conoscente di Vincent riuscimmo ad entrare gratis.
    La fiera era molto grande e c' era davvero tanta gente, molti dei quali erano cosplayer.
    Passai la giornata a girovagare per le varie bancarelle della fiera, in seguito Vincent mi presentò alcuni dei suoi amici che si trovavano già lì, ma questo non ha importanza perché non li rividi mai più.
    Il giorno dopo tornò Allen, pensai che anche a lui sarebbe piaciuto visitare quella fiera, quindi ci tornai in sua compagnia. Inoltre quel giorno compievo gli anni, non mi aspettavo nessun regalo da Allen, ma speravo che perlomeno se ne ricordasse e che mi facesse gli auguri.... ma ciò non accadde.
    Iniziarono i corsi e presentai ad Allen quei pochi che avevo conosciuto e che anche loro avevano scelto informatica come noi, ora anche Allen aveva fatto amicizia con Andy, Alex e Vincent e credo che senza di me non avrebbe fatto amicizia con nessun' altro.
    Per i primi periodi seguivamo insieme i corsi, ma poi Alex e Andy si integrarono con altri gruppi e Vincent non venne più a lezione, quindi io e Allen rimanemmo isolati, inoltre cominciarono a limitarsi a salutarci con la solita routine di domande che conosciamo tutti benissimo. Mi chiedevo se lì c' era un qualche modo diverso di gestire i rapporti sociali di cui noi non eravamo al corrente.
    Ogni sera Allen giocava al pc a una qualche sorta di gioco che non avevo mai visto, era un moba (multiplayer online battle arena), per chi non lo sapesse un moba è un gioco che consiste nel distruggere la base avversaria, si gioca in squadre di cinque giocatori e ognuno può controllare solo il proprio personaggio. Appena lo vidi non mi piacque, Allen solitamente lo giocava insieme ad alcuni amici delle superiori che lui conosceva sin da piccolo, io li conoscevo solo da un anno, ma doveva essere divertente poter giocare tutti insieme, così iniziai a giocarci e ripresi i contatti con Danny e Lester, e in più conobbi anche altre persone che giocavano con noi, ma di cui non parlerò perché il loro scopo nella storia era di riempire il quinto posto per giocare.
    Ormai era diventato un appuntamento fisso, ogni sera ci sentivamo sul computer per giocare, a volte facevamo tardi e il giorno dopo era veramente dura andare all'università, tanto che alcune volte tornammo a casa a dormire o non ci andammo proprio.
    L'università aveva cominciato a prendere una brutta piega, le lezioni cominciavano a farsi più difficili, alcune non le capivamo dato che spesso ci assentavamo o eravamo troppo assonnati per seguirle. I primi esami erano ormai vicino e decidemmo non andare più a lezione e di studiare per conto nostro, ma data la nostra vita irregolare, la nostra pigrizia e le nostre speranze di riuscirli a superare praticamente sottoterra, alla fine ne passammo.... neanche uno.
    Il periodo degli esami era finito e le lezioni del secondo semestre non erano ancora cominciate,
    desideravo tanto uscire ma Allen amava il suo pc più di se stesso che non credo l' avrebbe abbandonato, usciva solo per fare la spesa e per andare in fumetteria, mi chiedo come facesse a stare così tanto attaccato al suo computer.
    Ecco la giornata tipo di Allen, mi sveglio, accendo il pc e sto lì fino a mezzogiorno, poi mi cucino la pasta e una volta finito a mangiare mi riparcheggio sul pc fino a cena, dopo cena si gioca al moba e poi a nanna. Tutti i santi giorni così, non avevo proprio idea di cosa ci fosse di così interessante nel suo pc.
    Qualche giorno dopo Danny ci informò che ci avrebbe fatto visita e che sarebbe andato a un' altra fiera del fumetto insieme alla sua ragazza, e ci invitò a unirci a lui.



    Capitolo 4: primo contatto


    Arrivò il giorno in cui Danny ci avrebbe fatto visita, contava su Allen per andarlo a prendere alla metro, ma lui con perfetto tempismo dovette andare in bagno ad espellere le sue funzioni corporali.
    Di conseguenza quando squillò il telefono di Allen risposi io:
    "Pronto, Danny sono Lloyd"
    "Ah, ciao Lloyd, dov'è Allen"
    "E' in bagno, sta facendo quella grossa"
    "Ma lui non caga mai, proprio ora !! Comunque fra poco esco dalla metro"
    "Dai ti vengo a prendere io, a fra un po'"
    "Ok, ciao"

    Raggiunsi la metro, lui era già lì ad aspettarmi, ci dirigemmo velocemente a casa per fargli lasciare la valigia e recuperare Allen. Ora dovevamo raggiungere la ragazza di Danny visto che era lei che sapeva dove si teneva la fiera, quindi prendemmo la metro.
    "Danny ma com'è la tua ragazza ? L' ho mai vista ?"
    "E' simpatica , tra un po' la conoscerai, comunque non credo che tu l' abbia mai vista prima.
    Ah, comunque lei è una sua amica fanno cosplay quindi vi prego, non ridete e niente commenti"
    "Ma perché non ci stanno bene ?"
    "Beh... la mia ragazza ci sta abbastanza bene, ma l' amica non si può guarda', quindi niente commenti"
    "Li terremo per dopo"
    - disse Allen
    Qualche fermata più in là scendemmo per recuperare le donzelle. Danny ci presentò
    "Lei è Violet, la mia ragazza e lei è Lucylle"
    "Lloyd, piacere"

    Allen conoscendo Danny da più tempo conosceva anche loro, quindi non aveva bisogno di essere presentato.
    Risalimmo in metro per poi lasciarci guidare dalle due ragazze per arrivare a destinazione.
    Nella metro ebbi modo di osservare attentamente Violet e Lucylle.
    A prima vista pensai che Violet era molto carina, mentre Lucylle non mi piaceva, inoltre Violet indossava già la parrucca del cosplay, ero curioso di vedere i suoi capelli naturali, mi sembrava una ragazza molto simpatica e allegra, era facile farla ridere ed aveva un bel sorriso, che dire.... una combinazione perfetta. Lucylle invece mi sembrava un po' più passiva, partecipava poco alle conversazioni, ma sempre più del sottoscritto, mi dava l' impressione di essere l' assistente di Violet.
    Arrivammo alla fiera e le due ragazze si diressero in bagno per potersi mettere i costumi del cosplay. Dopo una ventina di minuti uscirono... mi dispiace Danny ma avevo una voglia matta di ridere, riuscivo a trattenermi a stento così mi girai per non far vedere quel sorriso che si ha quando si trattiene una grossa risata. Ripreso il mio autocontrollo cominciammo la nostra esplorazione della fiera, chi a caccia di action figure, chi di spille, guardammo tutte le bancarelle solo per scoprire che la fiera era una delusione, l' unica cosa veramente interessante erano due persone che facevano il cosplay di due personaggi del moba che ci piaceva tanto, quindi perché no, io, Danny e Allen ci facemmo una foto con loro. Durante tutta la durata della fiera, Violet e Danny si tennero per mano, la cosa mi faceva un po' invidia, perché a me non capitava mai di conoscere una ragazza carina e simpatica che sappia volermi bene ?
    Arrivata una certa ora decidemmo di pranzare, quindi trovammo delle scale su cui sederci, le ragazze avevano preparato dei tramezzini, non erano ottimi ma neanche sgradevoli, direi mangiabili. Dopo aver pranzato facemmo un secondo giro per effettuare gli acquisti delle cose viste nella prima fase di ricognizione. Si cominciò fare tardi e quindi decidemmo di tornare, riprendemmo la metro, lasciammo le due ragazze alla loro fermata e tornammo a casa, Danny si riprese la valigia e ripartì per andare dalla nonna che abitava in città.
    Dopo qualche giorno Danny tornò al suo appartamento, anche lui studiava informatica ma in un altra città.



    Capitolo 5: l' inizio della fine


    Danny se ne era andato, il solo pensiero di dover tornare alla monotonia creatasi nella mia camera mi opprimeva, volevo trovare un modo per evadere dalla routine di tutti i giorni.
    Qualche giorno dopo risentì Danny e scoprì che la sua ragazza Violet, e la sua amica Lucylle, frequentavano un università nella nostra stessa città. Era una scoperta molto interessante. Per spezzare la solita noia bastava uscire con quelle due, e sapevo che Allen aveva i loro contatti, quindi per prima cosa dovevo convincere lui, poi le ragazze, ma non penso che avrebbero rifiutato.
    "Allen senti, perché qualche volta non usciamo ? Io mi annoio a stare tutti i giorni a non fare niente. Perché non usciamo con quelle due ragazze dell'altra volta, sembravano molto simpatiche"
    "Mmh... si dai, si può fare, ora glielo chiedo"

    Dopo qualche minuto che batteva la tastiera del suo pc mi disse:
    "Hanno detto domani, alle 16.30, davanti il fast food vicino la stazione della metro"

    Il giorno dopo io e Allen partimmo abbastanza presto da arrivare con un po' di anticipo, per prima cosa dovevamo trovare il fast food dato che non sapevamo esattamente dov'era. Dopo diversi minuti di ricerca ne trovammo due non molto distanti l' uno dall'altro, il dilemma era quale dei due sarà quello giusto ? Nell'incertezza facemmo avanti e indietro varie volte nella speranza di incrociare una delle due ragazze. Finalmente dopo diversi giri incontrammo Lucylle, era arrivata puntuale, per prima cosa ci disse quale dei due fast food era quello giusto, così in caso di ulteriori uscite sapevamo dove andare, come seconda cosa ci disse che molto spesso Violet faceva ritardo e quel giorno non era da meno. Arrivata la ritardataria potemmo cominciare la nostra uscita. Andammo in fumetteria e in gelateria, e durante i vari spostamenti si parlava di un po' di tutto, poi passeggiammo un po' sempre in compagnia di allegre chiacchiere, era molto divertente passare il tempo con loro, anche se notai una sorta di emarginamento nei miei confronti da parte di Violet, forse era solo una mia impressione, ma parlava quasi sempre con Allen, qualche volta con l' assistente Lucylle, e con me.... davvero poco in effetti, ma magari mi sbagliavo. In ogni caso era stata un uscita davvero divertente, quindi la riproposi ad Allen, che a sua volta chiese alle ragazze che a loro volta fecero una controproposta, andare a pranzare al giapponese. Come idea mi sembrava carina, non ero mai stato in un ristorante giapponese, quindi accettammo. L' appuntamento era per le 13.00 ma come al solito Violet non voleva smentire la sua fama di ritardataria. Arrivammo al ristorante qualche minuto prima che chiudessero la cucina, avevamo giusto il tempo di ordinare, e dato che il menù era a buffet ci lasciamo andare un pochino troppo con le ordinazioni. All'arrivo delle prime portate cominciammo a mangiare e ci fu subito un problema, non sapevo usare le bacchette. Dopo diversi tentativi falliti di prendere le diverse cibarie che mi si presentavano davanti, girai le bacchette a mo' di coltello e infilzai la prima cosa che vidi, non era la tecnica giusta, ma funzionava. Tra le risate e i rimproveri del mio gesto decisi di fare un altro paio di tentativi ad utilizzarli nel modo giusto e cominciai ad abituarmi finché non arrivo un piatto di riso fritto un po' meno solido delle altre portate di riso, ma era una questione di principio, e dopo molto tempo riuscì a finirlo con le bacchette, senza cedere alle allettanti proposte di Violet riguardo delle posate occidentali.
    "Ti faccio portare una forchetta ?"
    "NNNNNNO !"
    "Dai seriamente, se non ce la fai ti faccio portare delle posate"
    "NNNNNNO ! E' una questione di principio, non può vincere del riso fritto !!"

    Durante tutto il pranzo i vertici della conversazione erano sempre Allen e Violet, seguendo lo schema di prima, Violet parla molto con Allen, poco con Lucylle e quasi per niente con me, forse non era soltanto un impressione. Finito il pranzo rifacemmo il giro del giorno precedente, fumetteria, gelateria verso il pomeriggio e concludemmo l' uscita. Era sempre un toccasana per la mia noia uscire con loro. Dopo quel giorno presi anch'io i contatti con Violet e Lucylle e mi impossessai del comando organizzativo delle uscite, inoltre cercai di fare amicizia il più possibile con loro, così magari sarebbero uscite più spesso con noi.



    Capitolo 6: il Kebabbaro del silenzio


    Dopo vari discorsi tra me e le ragazze via chat, riuscì ad organizzare diverse uscite, tutte molto divertenti e molto.... simili. Nell'ultima uscita tutti insieme mi ero stufato che Violet mi ignorasse così decisi di ignorarla io per tutto il giorno, ma lei non si accorse di niente, e già, come faceva ad accorgersene che la stavo ignorando se lei non mi rivolgeva nemmeno la parola ? Finta l' uscita salutammo Lucylle e io, Allen e Violet decidemmo di andare a cenare fuori, in un Kebab per la precisione. Mentre ci stavamo dirigendo lì scelsi una nuova tattica anti-ignoramento contro Violet e le dissi:
    "Da questo momento Violet non ti rivolgo più la parola perché tu spesso e volentieri mi ignori"
    "Ma cosa, non è vero che ti ignoro, quando mai ti avrei ignorato"
    "Beh direi.... quasi sempre !! Per questo ho deciso di non parlarti, basta"
    - le feci un cenno con la mano. Arrivammo dal Kebabbaro e cominciammo a ordinare le nostre cibarie, ci sedemmo sul tavolo e iniziammo a mangiare. Durate la nostra "cena" Violet e Allen discutevano tranquillamente e io non potevo fare altro che rimanere in silenzio e mangiare dato il mio voto del silenzio nei confronti di Violet, fino a ché a un certo la discussione prese la piega che volevo, ovvero se e quando Violet mi avesse ignorato, poi arrivo una telefonata ad Allen che uscì dal locale per rispondere e mi lasciò faccia a faccia con Violet che mi disse:
    "E' giunto il momento, io , te, soli, ora risolviamo questa cosa"

    Io non potevo risponderle ovviamente, iniziò a fissarmi dritto negli occhi e cominciò una sorta di sfida a chi ride per primo, io sono una schiappa in questo gioco, infatti mi veniva una gran voglia di ridere solo guardandola per mezzo secondo, quindi cercai di evitare il suo sguardo
    "Non è vero che io ti ignoro"

    Non le risposi
    "Dai parlami, quando ti avrei ignorato ?"

    Cominciò a dirmi tutta una serie di scuse del tipo, ma in realtà non è che ti ignoro e che non sento quando parli perché hai la voce bassa, poi tentò tutti i modi più stupidi per farmi parlare, ma io ero testardo. A un certo punto ricominciò il discorso un po' più seriamente e.... cedetti, dovevo dirle ciò che pensavo e appena aprì bocca mi disse come una bambina di due anni:
    "AHAH ho vinto, hai parlato hai parlato"
    "Non era una gara, cosa credi che non ti parli per gioco ? Posso benissimo ricominciare ad ignorarti quando mi pare, e posso farlo per molto"
    .
    Finimmo di mangiare e Allen salutò Violet, io avevo già ricominciato a non parlarle, e tornammo a casa dove mi aspettava una bella chiacchierata con Violet tramite chat. Non vi sto a raccontare tutta la discussione, risolvemmo solo che io ricominciai a parlarle e lei..... "avrebbe cercato di ignorarmi di meno", dico così perché che io sappia mi ignora tutt'ora anche se si arrabbia se glielo dico. Dopo quella chiacchierata io e Violet cominciammo a sentirci molto più spesso via chat, parlavamo praticamente di tutto e piano piano cominciavo a sentire qualcosa nei suoi confronti, ma era ancora troppo piccolo come sentimento per poterlo afferrare e scoprire cosa fosse.



    Capitolo 7: non ci credo, mi sono innamorato ?!


    Violet e Lucylle ci invitarono ad andare a vederle in una gara cosplay che si sarebbe tenuta sabato, ma quel fine settimana Allen tornò dai suoi per diversi motivi, così dovevo decidere se andare da solo con quelle due, e inoltre mi avevano avvertito che sarebbero potute venire delle loro amiche.
    L' idea di essere l' unico maschio in quel gruppo non mi piaceva e quindi stavo quasi per rifiutare, ma poi pensai che sarebbe stato un buon modo per passare il tempo, così accettai.
    Io e Violet ci demmo appuntamento vicino la fermata della metro alle 15,30. Violet si presentò con un ora di ritardo e temeva che non avrebbe fatto in tempo per la gara. Con lei c' era la sua amica cinese.... beh che dire, nonostante Violet continuasse a dire che fosse carina io la trovavo.... brutta.
    Arrivammo alla gara in tempo, e dopo vari esibizioni era arrivato il turno di Violet e Lucylle che per tutto il tempo non avevano fatto altro che dire cose del tipo “Faremo pena”, ma devo dire che se la cavarono più che egregiamente. In seguito arrivò un' altra loro amica cinese ancora più brutta, la quale ci registro in un video del tablet di Lucylle. Inutile dire che non vinsero nessuno dei premi in palio, c' era da aspettarselo dopo aver visto le altre esibizioni. Poi girammo per la fiera alla ricerca di qualcosa da comprare e in seguito a farci delle foto sempre usando il tablet. Ed è qui che cominciai a capire che provavo dell'affetto nei confronti di Violet, tra il giocherellare nel farci foto idiote, però non ancora riuscivo a capire bene di quale affetto si trattasse. Tornai a casa e come al solito cominciai a ripensare su tutto, le giornate passate in compagnia di Violet e Lucylle, i discorsi via chat, cosa provavo in realtà per lei dopo tutto ciò ? Mi accorsi di una cosa che mi fece aprire gli occhi. Tutti i giorni non facevo altro che pensare chissà quando Violet viene i chat così le posso raccontare questa cosa, oppure chissà quando potrò riuscire con Violet e passare la giornata con lei, chissà se a Violet questo piace, Violet.... Violet... VIOLET VIOLET VIOLET. In un modo o in un altro non facevo altro che pensare a lei, sempre, costantemente, tutto il giorno, da quando mi svegliavo a quando andavo a dormire lei era nei miei pensieri... quindi.... io.... mi sono.... innamorato di....Violet !? Ero sorpreso di me stesso quando lo scoprì, eppure se questa era la verità i conti tornavano. Perché mi importava così tanto il fatto che mi rivolgesse poco la parola, perché ho preso il comando organizzativo per uscire più spesso con loro, perché mi dava così fastidio quando non mi rispondeva via chat o per messaggio, beh semplice, perché mi importava molto di lei, perché senza accorgermene me ne stavo innamorando e ormai era troppo tardi, bastava che pensassi il suo nome per farmi battere forte il cuore. Però ora vengono i casini, io non dovevo innamorarmi di lei ma è successo quel che è successo, sarebbe stato un amore a senso unico, inoltre non dimentichiamoci che lei è la ragazza di Danny, un amico a cui sono molto legato, e io non sono uno di quelli che prova a rubare le ragazze degli amici. Però io volevo essere sincero con lei, volevo che perlomeno sapesse dei miei sentimenti, che sapesse che non mi sarei mai permesso di provarci con lei visto che era la ragazza di Danny, e che tenevo sia a Danny che a lei come amici, il solo fatto che lei sapesse queste cose mi avrebbe fatto stare molto meglio, probabilmente mi avrebbe fatto superare la cosa e andare avanti. Ma con quale faccia mi sarei potuto presentare davanti a Violet e dirle questa cose ? Non era così semplice.



    Capitolo 8: devo dirti una cosa


    Allen che era tornato da qualche giorno mi disse che Danny e Violet si erano lasciati, all'inizio non ci ho creduto e quindi verificai subito contattando Violet. Era vero in parte, lei mi disse che le cose non stavano andando benissimo ultimamente tra loro e che diversi giorni fa avevano litigato e quindi si erano presi una sorta di “pausa”. Io sapevo che tra non molto sicuramente sarebbero tornati insieme, quindi pensai “E' la mia occasione, ho glielo dico ora o non glielo dico più”. Dirglielo in quel momento mi avrebbe fatto sentire un po' egoista lo ammetto.... ma anche meno idiota. Il giorno dopo la contattai e le dissi:
    “Violet ti devo dire una cosa, possiamo vederci uno di questi giorni io e te da soli ?”
    “Dimmela adesso”
    “No, voglio dirtela di persona”
    “Ma hai parlato con Danny ? E una cosa che riguarda me e Danny ? Perché ieri ti ho parlato di come stava andando quindi secondo me riguarda lui”
    “Poi ti dirò”
    “Ma perché non me la dici adesso”
    “Perché no, comunque non riguarda Danny, te lo assicuro”
    “E chi riguarda ?”
    “Diciamo che riguarda me... soprattutto me”
    “E dimmi allora”
    “Vedi, il fatto è che è un tantino imbarazzante e vorrei parlartene di persona, e soprattutto non dire a nessuno che devo dirti questa cosa”
    “Io questi giorni sono molto impegnata quindi non so se riusciamo a vederci”
    “Ok, allora fammi sapere quando puoi, ciao”

    Ora non mi rimaneva altro che aspettare che mi dicesse quale giorno era disponibile, io nel frattempo non facevo altro che immaginarmi milioni di volte la conversazione che avrei avuto con lei, dopotutto dovevo trovare le parole adatte a non farle fraintendere la situazione e gira e rigira alla fine le parole che usavo erano sempre le stesse ma messe in un ordine diverso, il discorso era più o meno così:
    “So della situazione tra te e Danny ma ho scelto di dirti questa cosa proprio per via di questa situazione, perché mi avrebbe fatto sentire meno idiota nel dirtela, io credo di essermi innamorato di te ma comunque non ho alcuna intenzione di provarci perché tengo molto al rapporto di amicizia che si è creato tra noi e vorrei che farti sapere questa cosa non lo cambi in nessun modo, inoltre tengo a Danny come amico e non potrei mai fargli una scorrettezza simile, e so che lui tiene molto a te, quindi mi piacerebbe che tra voi due si risolvesse tutto per il meglio”

    L' avrò pensato in un milione di varianti ma questa credo fosse la migliore, l' unica cosa di cui non avevo tenuto conto era ciò che mi potesse rispondere, ma questo io non potevo di certo immaginarmelo. Nei giorni successivi seguirono diverse scuse da parte sua che impedivano di vederci.
    la prima: ho un compleanno
    la seconda: ho un esame
    la terza usata per diversi giorni: ho la febbre
    la quarta: non ho voglia di uscire
    la quinta: oggi fa troppo caldo per uscire
    Erano tutte scuse plausibili più o meno e quindi le credetti, però avevo il sospetto che mi stesse evitando per paura di ciò che le potessi dire, ma potevo anche sbagliarmi.
    Dopo diversi giorni che metteva scuse decisi di provare a vedere se mi stesse effettivamente evitando per quello così le dissi:
    “Senti se vuoi puoi dirmi io questa cosa non la voglio più sapere e non te la dico, nessuno ti obbliga a sentire cosa devo dirti”
    “Ok, ci penserò”

    Il giorno dopo:
    “Senti ho deciso che quella cosa non la voglio più sapere”
    “Sicura ? Guarda che secondo me hai frainteso e pensi che chissà cosa ti debba dire”
    “Sono sicura”
    “Ok... non te la dico, però non è una promessa, se usciamo insieme potrei insistere sul fatto che te la voglio dire”
    “Allora non esco con te”
    “Se ti prometto di non parlarne più però usciamo ?”
    “Si”
    “Ok... te lo prometto, non ne parlerò mai più, e quindi non lo saprai mai”

    Ero un po' triste di non poterle dire ciò che provavo ma lei aveva deciso così, ero abbastanza convinto che in realtà avesse frainteso e che pensasse che le dovevo dire chissà cosa, oppure magari aveva già capito cosa le dovevo dire, la ritenevo una cosa improbabile, ma con il mio fare misterioso magari aveva capito che di mezzo c' era una mia sorta di dichiarazione, ma se era così non poteva immaginare il resto del mio discorso. Fatto sta che avevo promesso di non parlarne mai più e così feci... fino ad ora.



    Capitolo 9: l'illusione di un nuovo amore


    Ero un po' giù visto quello che era successo e quella sera dopo la partita tra amici al solito moba mi ritrovai da solo a parlare con Lester. Mi feci raccontare dai suoi vari approcci con ragazze che non conosceva, e di tutte le possibili varianti di questi approcci e a un certo punto mi disse:
    “Ma scusa abiti in città ora, se fossi in te uscirei tutti i giorni a caccia di ragazze da rimorchiare”
    “E si ma che faccio vado da solo a rimorchiare ? Anche tu hai una spalla di solito o perlomeno non esci da solo”
    “E ti porti Allen”
    “Allen se ne è andato da poco e inoltre lui è ancora un bambino riguardo queste cose, e se mi portassi Violet ?”
    “E come le approcci se stai già in compagnia di una ragazza ?”
    “Appunto perché sto in compagnia di una ragazza dovrebbe ispirare più fiducia”
    “Potrebbe funzionare, dovresti provare, però poi te la devi portare dietro, non la puoi mandare via una volta che hai approcciato l'altra ragazza”
    “E me la porto dietro, appena posso ci provo, comunque hai ragione, mi hai convinto, domani esco a caccia di ragazze, me ne vado in piazza”

    Il giorno dopo andai in piazza, era pomeriggio e dopo aver fatto diversi giri non vidi nessuna che mi interessasse particolarmente, le uniche che mi piacevano in genere erano accompagnate da altri ragazzi. Poi mi venne in mente che da poco avevo scoperto che lì vicino c' era una fumetteria, quindi prima di tornare a casa decisi di farci un salto, dopo averla trovata entrai, era stranamente troppo piena di gente per essere una fumetteria, c' erano soprattutto ragazzi, diedi qualche sguardo alle action figure e poi stavo per andarmene quando vidi lei. Mentre mi dirigevo verso l' uscita arrivò lei dall'altra stanza, era bellissima, fu un colpo di fulmine, era quasi l' impersonificazione della mia ragazza ideale per quanto riguarda l'aspetto fisico, capelli castani lunghi, occhi verdi, bel viso, magra e poco più bassa di me. Stava portando dei fumetti, quindi doveva lavorare lì, ero rimasto veramente colpito nel vederla, mi sarebbe piaciuto parlarci subito ma visto il negozio pieno e il mio attuale stato di stupore probabilmente non avrei spiccicato una parola, quindi uscii e tornai a casa. Una volta tornato accesi il pc e trovai Violet online e le dissi subito del mio colpo di fulmine
    “Violet, mi sono innamorato, ho trovato la donna della mia vita, non la conosco ma già so che l'amo”
    “Ma io pensavo ti piacesse Lucylle, ahahahaha”
    “Lucylle !? Perché mai pensavi una cosa del genere ?”
    “Beh per quella storia che tu mi dovevi dire quella cosa, io pensavo che mi dovessi dire che ti piacesse una mia amica e che te la dovessi presentare, e poi ho pensato che si potesse trattare di lei”
    “Te l'avevo detto che avevi frainteso”
    “Comunque chi è questa qua ?”
    “E non lo so, so solo che lavora alla fumetteria in piazza”
    “Ahhhh, la commessa ?”
    “Si, lei”
    “Ho capito chi è, si chiama Juliet, forse c' ha il ragazzo”
    “Sicura ?”
    “Non ne sono sicurissima ma l'altra volta l'avevo vista con un tipo”
    “Ma non è detto che sia il ragazzo, quindi penso che ci proverò”

    Ero contento di averla incontrata, se fossi riuscito con lei sicuramente mi sarei dimenticato dei sentimenti che provavo per Violet, inoltre era davvero bella, mi piaceva molto, non mi rimaneva che riandare lì e cercare di parlarci. L'unico dubbio che mi tormentava è il perché Violet credeva che mi piacesse Lucylle, non avevo dato nessun segnale nei suoi confronti per sospettare ciò, e poi anche se avesse frainteso la cosa che le dovevo dire non mi sembrava plausibile che lo pensasse davvero, però non ci feci caso più di tanto e passai oltre.



    Capitolo 10: il primo approccio


    Dopo vari discorsi con Violet il piano d'approccio era questo, entrare, farsi consigliare un manga da lei e parlarci il più possibile. Andai presto alla fumetteria nella speranza di trovare poca gente, infatti c' era solo un altro ragazzo oltre lei. Stavano parlando abbastanza in modo confidente da farmi capire che si conoscessero, io per il momento andai nella sezione action figure per dare di meno nell'occhio e rimasi un po' ad osservarli e ad attendere che il tipo se ne andasse o perlomeno la smettesse di parlarle. Da quella distanza riuscivo a sentire cosa dicevano finché ad un certo punto lei dice chiaramente ad alta voce “VOGLIO UN UOMO”, e dato che stavano parlando di quel genere di relazioni ho pensato “Cavoli è single, allora Violet si sbagliava, cosa sto aspettando, ci devo provare subito”. Ignorai il tipo con cui stava parlando e le dissi la prima cosa che mi è venuta in mente.
    “Scusa ma li posso aprire i manga per vederli ?”
    “Certo, basta che non li apri troppo perché si rovinano”
    “Ah, ok, senti ti posso chiede un altra cosa ?”
    “Si dimmi”
    “Vedi ecco, io.... non ho mai comprato manga, avevo deciso di provare ma non ho la più pallida idea di cosa prendere, non è che mi consiglieresti qualcosa tu ?”
    “Ma come faccio a consigliarti, non conosco i tuoi gusti, dimmi cosa ti piace, non so, un qualche film in particolare o qualche genere preferito, dimmi tu”
    “Io non li guardo i film, e qualsiasi genere va bene, per me l'importante è che sia una bella storia da leggere”

    La ragazza cominciò a pensare un po', forse l'avevo messa in difficoltà, così presi la prima cosa che vidi su uno scaffale e le dissi
    “Ad esempio questo cos'è ? Sembra carino”
    “Proprio questo ti volevo consigliare, è una storia di quattro volumi e dietro c'è scritta pure la trama, io sono una frana a raccontare le trame, quindi la puoi leggere lì”

    Voltai la copertina per verificare e lessi solo un pezzetto che raccontava della morte di non so chi e le dissi:
    “Ma qui dice che muore qualcuno, mi sembra una storia triste”
    “No stai tranquillo, è un horror sovrannaturale, ti piacerà”
    “Quindi se non mi piacerà me la posso prendere con te ?”
    “Guarda la prossima volta che torni mi dirai Juliet grazie di avermelo consigliato, è molto bello, e se poi non ti piace io piangerò e mi dispererò e tu sai che non le devi far piangere le ragazze”
    “Hai ragione, quant'è ?”
    “Sono 4,99”
    “Costano davvero così tanto ?”
    “E si, pensa che quelli che compro io costano anche di più e sono molti più volumi”
    “E poi dove li metti tutti questi volumi, non occupano spazio ?”
    “Beh si, infatti c' ho una marea di scatoloni pieni di fumetti e mia madre non sa dove metterli”
    “Ok, io vado, se sarò soddisfatto tornerò per gli altri volumi, sennò ciao..... ciao”

    Come primo approccio non era andata male, ero riuscito a parlarle molto e lei indirettamente mi aveva detto come si chiamava, quindi forse avevo suscitato interesse.
    Come tornai a casa lessi subito tutto il manga così per poterci ritornare il giorno dopo, poi mi collegai per raccontare a Violet le novità ed elaborare un nuovo piano, che alla fine era sempre lo stesso, vai lì e cerca di parlarle il più possibile, inoltre ora avevo letto il manga da lei consigliatomi quindi gli argomenti non scarseggiavano, questa volta il mio obiettivo era presentarmi.



    Capitolo 11: amici più di prima


    Il giorno dopo mi recai lì ancora più presto, infatti c' erano solo le due commesse, Juliet stava sistemando dei fumetti appena arrivati nell'aera action figure. Lei mi salutò subito così mi avvicinai per parlarle del manga ma non andò così bene, non faceva altro che darmi delle risposte secche come per chiudere la discussione ed era poco partecipe, inoltre mi sembrava più fredda rispetto all'altro giorno, forse era dovuto alla presenza dell'altra commessa ? A un certo punto arrivo proprio lei a chiedermi se avevo bisogno di qualcosa, mi sembrava più una domanda per farmi chiudere la conversazione. Non mi rimase altro da fare che prendere il secondo numero e andarmene, almeno prendendoli uno alla volta avevo un motivo per tornare. Raccontai del mio fallimento a Violet che mi consigliò di tornarci dopo diversi giorni, mi sembrava una saggia cosa. Nell'attesa del mio prossimo tentativo non facevo altro che parlare di lei con Violet, ora c'era lei nei miei pensieri e sentivo che i miei sentimenti per Violet ormai erano spariti, che Violet fosse solo una cottarella passeggera ? Parlavamo moltissimo io e Violet in quel periodo, infatti credo che ci fossimo avvicinati ancora di più come amici. Un giorno organizzammo un uscita io, Violet e Lucylle e andammo in gelateria, scoprì che Violet aveva già raccontato tutto a lei e non solo, le aveva detto anche che le dovevo dire quella cosa tempo fa, cosa di cui non doveva essere al corrente nessuno, tant'è vero che lei mi disse
    “Ma quindi era questa la cosa che le dovevi dire, facevi tutto il misterioso ma potevi dirlo che era questo”
    “No ti sbagli, quella era un altra cosa, ma ho promesso di non parlarne mai più, quindi non lo saprete mai, le mie labbra sono sigillate, inoltre ora come ora non ha più importanza”

    E già, non aveva più importanza ormai. Nei giorni seguenti uscii diverse volte con Violet e oltre a visitare diversi luoghi come fumetterie e yogurterie non si parlava di altro che me e Juliet, di cosa dirle, di come comportarsi, pensi di piacerle ecc ecc, cose così, ma finite le cose da dire su questo argomento cominciammo a parlare di cose un po' più personali, io le raccontai di alcune mie esperienze passate, e alcune cose che non ho mai raccontato a nessuno, anche lei fece altrettanto e ne ero molto contento, per me significava molto che lei si fosse aperta con me, era la prova che teneva a me come amico. Cosa ci siamo detti ? Beh questo non posso di certo dirvelo, è top secret.
    Mi ero convinto che lei fosse solo una cotta temporanea, ormai non provavo più quei sentimenti che provavo prima, era diventata solo una bella amicizia e mi stava bene così, non avrei voluto cambiare niente, e lei spero lo stesso. Un giorno aprendo il mio gioco musicale preferito trovai Danny online e gli chiesi come andasse con Violet:
    “Ciao Danny, che mi racconti ?”
    “Ciao Lloyd, ma niente di ché”
    “A proposito come va con Violet ? Avete risolto ? Vi siete chiariti ?”
    “E no, perché lei si arrabbia sempre ma non capisco il perché”
    “Ci posso prova a parla io ? Mica ti arrabbi ?”
    “No, fai”

    So che non erano affari miei ma ero amico di Danny ed ero diventato molto amico di Violet negli ultimi tempi, non potevo restare a guardare, dovevo aiutarli a chiarirsi, glielo dovevo soprattutto a Violet, quindi la contattai e iniziai una lunga discussione con lei, poi ne parlai con Danny, insomma mi toccò fare da mediatore, fatto sta che funzionò bene, infatti dopo un po' mi contattò Danny dicendomi che avevano risolto, ne ero felice e di tutto questo ne ho guadagnato la gratitudine di Danny che era più che sufficiente per me.



    Capitolo 12: i tre volumi del destino


    Avevo risistemato la coppia, ora toccava pensare a me. Era passato del tempo dall'ultima volta che andai in fumetteria da Juliet, quindi per poterci tornare lessi il secondo volume che avevo comprato precedentemente e il giorno seguente ci riandai. Fu un autentico disastro. Dopo essere entrato vidi che lei ed altri due commessi stavano discutendo ardentemente riguardo qualcosa, in realtà non mi importava molto di cosa quindi prestai poca attenzione, salutai ma venni completamente ignorato, e dopo un po' che li stavo fissando Juliet mi disse:
    “Ti serve qualcosa ?”

    le dissi che ero venuto per il terzo numero e cercai di allungare la conversazione il più possibile dicendo cose del tipo, è molto bello, mi è piaciuta questa parte ecc ecc, lei prese il terzo volume, me lo diede ignorando del tutto i miei tentativi di conversazione e disse
    “Sono 4,99.... ciao”

    A quel punto non potevo far altro che pagare e andarmene nella mia tristezza di non essere riuscito a parlarle. Ormai mi ero rimasto solo un volume da comprare, poi non avrei avuto più un motivo apparente per tornarci, quindi la prossima sarebbe stata la mia ultima occasione e dovevo giocarmela bene, ma cosa fare ? Le avevo parlato così poco che non penso che avrebbe mai accettato un mio invito a uscire o una cosa così. Ne discussi molto con Violet, e non solo con lei questa volta, volevo avere più pareri quindi chiesi anche a Lester, e per quanto ne potessi discutere mi veniva una sola soluzione in mente, dare il tutto per tutto, dirle che mi piaceva insomma. Visto che era la mia ultima occasione Violet e Lucylle si offrirono di accompagnarmi, si erano proposte come avanscoperta del negozio, nel caso lei fosse stata sola mi avrebbero dato il via libera per entrare, non mi sembrava una cattiva idea visto ciò che le dovevo dire. Arrivati nella stradina dove si trovava la fumetteria vedemmo Juliet uscire di colpo, lei mi aveva visto insieme a loro quindi addio all'avanscoperta, mi prese un attacco di panico appena la vidi uscire, mi girai di colpo verso le mie due compagnie, loro stavano fingendosi interessate a una vetrina e io nel mio panico sussurrai a Violet:
    “E' qui, Violet... aiuto, cosa faccio, cosa faccio”
    “Dai vai mo, vai mo”
    “Oddio, non era previsto, no.... no-n ce la faccio adesso, no-n riesco, panico totale”

    Mi voltai e vidi che lei stava rientrando, quindi la seguii. Lei come al solito per mia sfortuna non era ne sola ne disimpegnata, quindi cercai di passare il tempo non dando nell'occhio osservando un po' tutto ciò che c'era in negozio. Dopo che il negozio si sfollò era giunto il momento di dirle tutto, non mi importava più del manga, però la ritenevo un ottima scusa per parlarle, quindi le chiesi del manga:
    “Ciao, sono venuto per il quarto volume e ….”
    “Il quarto volume è terminato, ne dovrebbero arrivare altre copie la settimana prossima”
    “Ah.... ok ….. senti....”
    “Scusa ho da fare”
    “Ok.... te lo dico dopo allora, però è una cosa che ti devo dire, quindi aspetto che ti liberi”

    Questa frase credo che l'abbia ignorata completamente, aspettai nel negozio per molto, a un certo punto arrivò un tizio che sembrava essere molto in confidenza con lei, e mentre ci parlava non capivo per quale motivo ma lei mi guardò, mi ha guardato ben quattro volte e ogni sguardo mi ha trasmesso cose diverse che si prestavano a varie interpretazioni ed ognuna di esse poteva essere vista come una cosa positiva o una cosa negativa, quindi non sapevo cosa pensare. Il suo segnale che era pronta a sapere cosa le dovevo dire non arrivò mai, quindi uscì dal negozio, pensavo che dopo tutto quel tempo le mie amiche se ne fossero andate.... e invece no, erano lì ad aspettarmi, che tenere. Le raccontai come era andata e che ormai ero deciso ad andarci una sola e ultima volta e sarei andato dritto da lei a dichiararmi. Loro mi dissero che magari potevo tornarci dopo ma che dovevo andare a casa a cambiarmi sennò sembrava che sarei stato lì tutto il tempo solo ad aspettare per poi tornarci.
    Loro sarebbero andate al centro commerciale e mi invitarono, però sarebbero state fino a tardi e se rimanevo con loro tutto il tempo non mi sarei potuto cambiare. A me sinceramente non mi importava di tornarci con gli stessi vestiti quindi accettai il loro invito.



    Capitolo 13: una maglietta speciale


    Arrivammo al centro commerciale, le ragazze erano affamate di shopping quindi cominciammo a girare i vari negozi di vestiti alla ricerca di qualcosa che stesse loro bene e scoprì che per loro non era così facile, c'erano una marea di vestiti ma per quanto le consigliassi qualcosa non andava mai bene per qualche motivo, così cominciai a limitarmi a seguirle e a portare i loro acquisti. Tra i vari negozi ce ne era anche uno di videogiochi e Lucylle voleva farci un salto ma Violet era contraria e ogni volta che lo vedevamo prendeva Lucylle con la forza e la portava altrove. Anch'io volevo visitarlo quindi dissi a Lucylle
    “Non ti preoccupare, ci andremo a costo di portarcela con la forza”

    Dopo aver girato molti negozi si stava facendo un po' tardi per me e le ragazze cominciarono a preoccuparsi che non facessi in tempo per cambiarmi, ero contento che si preoccupassero ma preferivo rimanere con loro. A Violet venne l'idea di farmi comprare una maglietta e di andarci con quella appena comprata, all'inizio non volevo, ma poi ci ripensai e chiesi loro un consiglio. Iniziammo a girare le sezioni maschili in cerca di qualche maglietta che mi piacesse, ma io ho i gusti difficili, infatti dopo diversi negozi non trovai niente che mi piacesse, ma Violet aveva visto in precedenza una maglietta di un personaggio che sapeva mi piacesse, quindi mi propose di provarla, ero un po' contrariato perché quella maglietta mi sembrava da bambini ma... ok... la provai, mi dissero che ci stavo bene e la comprai, era stata scelta appositamente da Violet per me e non so per quale motivo ma sento come se quasi me l'avesse regalata, e quindi ci tengo molto e per quanto mi senta un bambino cresciutello nel metterla continuerò a indossarla. Avevamo fatto tutto quindi era rimasta solo una cosa da fare, visitare il negozio di videogiochi. Violet era ancora fermamente contraria e dovetti minacciarla di prenderla di peso se non fosse venuta, ma lei non cedette quindi passai ai fatti, la afferrai per un braccio e cominciai a trascinarmela dietro fino a ché non iniziò a punzecchiarmi con la mano del braccio libero, lasciai le buste a Lucylle e le presi entrambi le braccia, ormai non poteva fare altro che seguirci fino lì. Dopo aver visitato finalmente il negozio di videogiochi resi la libertà a Violet e andammo a pranzare in un fast food e parlammo un po' di varie cose. La giornata era finita ed ero troppo stanco per andare in fumetteria quindi tornai a casa. Il giorno dopo mi alzai presto e andai in fumetteria con la mia nuova maglia, era la mia ultima chance, o la va o la spacca, era questo quello che pensavo, ero determinato e non me ne sarei andato senza dirle tutto. Appena arrivato entrai e salutai, c'era solo lei e l'altra commessa, questa volta volevo essere sicuro di parlarle da solo quindi mi misi a girovagare per il negozio fingendomi interessato alle cose esposte, nel frattempo molte persone entrarono e uscirono, era molto che aspettavo ormai, poi accadde una cosa, lei usci dal negozio e si sedette dall'altra parte della strada. Era sola.
    Era la mia occasione d'oro, non potevo lasciarmela sfuggire quindi uscì velocemente, mi diressi verso di lei e le dissi
    “Juliet scusa posso parlarti un secondo ?”
    “In teoria sarei in pausa, comunque dimmi”

    In realtà mi ero preparato un discorso, dovevo dirle “Forse te ne sai già accorta ma non ne sono sicuro, mi piaci molto e vorrei uscire con te” ma in quel momento il mio cervello mi abbandonò e quindi le dissi
    “Non so se te ne sei accorta ma ne sono.... cioè... insomma... forse non ne sono sicuro”

    Ma cosa sto dicendo ?! A questo punto è meglio arrivare dritto al sodo e le dissi:
    “Insomma volevo dirti che mi piaci molto e....”
    e in quel momento, proprio sul più bello uscì l'altra commessa a chiederle non so cosa.... dannata... ma di tutti i momenti proprio quello dovevi scegliere !?
    “Si un secondo arrivo.... comunque sono fidanzata”

    In quel momento mi sono sentito un idiota, perché mi sembrava di averci messo così tanto a dichiararmi che nel frattempo lei si era già trovato un altro, me ne sarei dovuto andare a quel punto... ma non lo feci. Rientrai nel negozio poco dopo di lei, volevo ancora dirle molte cose, e quindi speravo mi dicesse lei qualcosa, ma niente, così presi l'ultimo volume, lo pagai e quando uscii lei era tornata lì fuori e prima di andarmene le dissi
    “Hai visto che ho trovato l'ultimo numero anche se mi avevi detto la settimana prossima”
    “E si, è arrivato oggi”
    “Ciao”
    “Ciao”

    E me ne andai, almeno ora ho la serie completa come ricordo del mio fallimento.



    Capitolo 14: le verità nascoste in fondo al cuore


    La prima a sapere la notizia fu Violet, all'inizio l'avevo presa malissimo e pensavo che avrei sofferto molto, ma stranamente dopo qualche giorno che ne discussi con lei le mie sofferenze erano già sparite, la cosa non mi quadrava, sapevo per certo che Juliet mi piaceva moltissimo eppure perché ho sofferto così poco ? Per ora era ancora un mistero. Informai anche gli altri del mio fallimento, erano tutti un po' dispiaciuti, d'altra parte come potevano non esserlo, facevano tutti il tipo per me.
    Ora non avevo più motivo di rimanere in città e appena sarei riuscito a pagare l'affitto avrei fatto ritorno nel mio paese per le vacanze estive. Quei giorni da solo a casa non facevo altro che ripensare a tutto quello che era successo da quando dovevo dire quella cosa a Violet fino ad ora. Cercavo disperatamente una spiegazione, perché avevo sofferto così poco ? Qualche giorno dopo riparlai con Violet e le dissi che comunque sarei voluto tornare in quella fumetteria anche dopo tutto ciò che era successo e qualche giorno dopo ne ebbi l'occasione. Allen che era tornato da poco doveva recuperare un po' di arretrati quindi suggerii di andare proprio in quella fumetteria, io volevo andarci perché dovevo sapere se sarei riuscito a rivederla così presto, me la sarei sentita ?
    Non lo sapevo, l'unico modo era verificare. Una volta arrivati entrammo, Juliet era indaffarata come al solito, e io appena l'ho vista.... niente, mi piaceva come sempre ma non sentivo quel forte sentimento che provavo prima. Recuperammo tutti i manga di cui aveva bisogno Allen e ce ne andammo. Tutto tranquillo, la cosa era un po' strana... anzi.... davvero strana.
    Nei giorni seguenti non facevo altro che pensarci e ripensarci e ripensarci e ripensarci finché non mi sorse un dubbio. Io prima ero innamorato di Violet, e poi ho visto Juliet che per quanto riguarda l'aspetto fisico si avvicina molto alla mia ragazza ideale, non è che per caso ho girato i sentimenti che provavo per Violet verso di lei ? Era plausibile, oppure essendomi innamorato di lei era Juliet la cotta passeggera e non Violet ? Eppure quando ci provavo con Juliet non provavo più questi sentimenti, si vede che erano custoditi nel profondo e oscurati dalla cotta del momento.
    Violet.... insomma ero tornato a pensare a lei, mi sono reso conto che Juliet mi piaceva e che probabilmente se fossi riuscito sarei voluto stare con lei... ma con Violet era diverso... di lei ne ero innamorato.... e quella volta mi sarebbe piaciuto essere sincero ma lei non me lo permise.
    Anche se ne ero così innamorato il discorso non cambiava, lei stava con Danny e così dovevano rimanere le cose, volevo solo che le lo sapesse per togliermi questo fardello ed essere sincero con lei fino in fondo, la mia unica paura era sempre la stessa, se lei avesse saputo cosa provavo sarebbe riuscita a comportarsi come sempre ? Io volevo che la nostra amicizia rimanesse immutata anche se ne fosse venuta a conoscenza, che le cose sarebbero andate come sempre, era questo il mio più grande desiderio. Finalmente tornai nel mio paesino e che dire... qui ci si annoia. Anche Violet e tutti gli altri tornarono nel loro paese, l'unico fuori luogo ero io e quindi cominciò a diventare sempre più difficile sentirli, soprattutto Violet e io avevo sempre tanta voglia di sentirla.
    Finimmo col sentirci sempre di meno e non poter far niente per rimediare e inoltre.... i miei sentimenti verso di lei non erano cambiati. In seguito mi iscrissi a un sito per ruolare dei personaggi da te inventati, cosa che non avevo mai fatto, e feci leggere qualche mia ruolata a Violet che mi disse che ero bravo a scrivere e che dovevo scrivere una mia storia e.....

    FINE (c'è un ultimo capitolo)



    Capitolo 15: Fine !? Davvero finisce così !?


    Ebbene miei cari lettori sono desolato di dirvi che non c'è il finale di questa storia perché si sta svolgendo tutt'ora e in quanto fan degli “happy ending” spero che vada tutto per il meglio. Vi invito a continuare a leggere e potrete assistere a qualcosa probabilmente mai visto prima.
    Alla Violet che leggerà questa storia, ormai penso che hai capito tutto, avrai capito chi sei tu nella storia, chi sono io e anche gli altri personaggi. Tutto quello che ho scritto non è frutto della mia fantasia ma la pura verità, tutto quello che ho pensato, ho provato, ho fatto, sono cose che sono accadute per davvero, io sento ancora il bisogno di essere sincero con te e per questo ho scritto questa storia, inoltre sei stata tu a farmi venire l'idea. Mentre scrivevo l'intera storia ho pensato milioni di modi per poterti far capire cosa voglio dirti ma non ho trovato parole più adeguate del mio discorso fatto in precedenza che è questo:
    “So della situazione tra te e Danny ma ho scelto di dirti questa cosa proprio per via di questa situazione, perché mi avrebbe fatto sentire meno idiota nel dirtela, io credo di essermi innamorato di te ma comunque non ho alcuna intenzione di provarci perché tengo molto al rapporto di amicizia che si è creato tra noi e vorrei che farti sapere questa cosa non lo cambi in nessun modo, inoltre tengo a Danny come amico e non potrei mai fargli una scorrettezza simile, e so che lui tiene molto a te, quindi mi piacerebbe che tra voi due si risolvesse tutto per il meglio”

    Io tengo davvero alla nostra amicizia nonostante i sentimenti che provo per te e non voglio che le cose cambino in nessun modo. Lo so, ho sbagliato, non dovevo innamorarmi di te ma al cuore non si comanda ed è successo quello che è successo, sono sfortunato in amore. A questo punto mi affido alla tua comprensività, e ti prego, non odiarmi per aver scritto questa storia.

    Un ultima nota per gli altri lettori, spero che un giorno riuscirò a dare un finale decente a questa storia e inoltre mi scuso, so che non so scrivere e che la storia fa acqua da tutte le parti, ma ormai penso abbiate capito qual'era il suo scopo. Spero che comprendiate e non mi giudichiate male.

    Grazie per il vostro tempo.
     
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  2. •»Cuccìolà!×
     
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    Ti prometto che in questi giorni leggo il tuo racconto e lo commenterò :) Un bacio.
     
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  3. lrsmstr
     
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    ok, so che visto che è lunga scoraggia un po' , ma sono fiducioso nell'ottenere molti commenti, cioè.... lo spero
     
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  4. Justine88
     
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    Mi ci è voluto un pò, ma ho letto tutto il tuo racconto...e che dire, il finale mi ha lasciata un pò spiazzata!!
    Avevo capito già da prima che non era proprio una storia inventata,ma che era ripresa dalla vita reale, e complimenti hai descritto molto bene la vita universitaria, i pro e i conto che ci sono, come ci si sente a vivere da soli senza più di genitori...mi ci sono ritrovata molto, anche se sono una ragazza.
    Molto bella anche la parte dei corsi universitari, è proprio vero che lì non si possono costruire dei veri e propri rapporti, dato che molti non seguono più le lezioni, altri prendono altre strade e così via...
    Così come mi è piaciuta la descrizione dei sentimenti per Violet...è una storia bellissima e, a parte qualche errore di grammatica e di punteggiatura, si vede che è scritta con tanto sentimento e tanta passione...alla luce del finale non posso che augurarti un grosso in bocca al lupo e di augurarti che tutto si risolva per il meglio...così riuscirai anche a scrivere il finale di questa storia...!!
    Ti consiglio di non abbandonare la scrittura in ogni caso, perchè si sente che è una tua passione e credimi, anche se magari questa situazione non finirà come vorresti, dovresti comunque dare alla storia il finale che vuoi, perchè aggiustando un pò alcune parti,potrebbe uscirne qualcosa di davvero bello!!
     
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  5. lrsmstr
     
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    Sono contento che ti sia piaciuta Justine, beh devo dire che il finale puntava proprio a spiazzare gli altri lettori, e anche la persona in questione naturalmente, felice di sapere che ci sono riuscito
    Comunque si, l' ho scritta con una certa passione perché il suo fine..... beh tu che l hai letta lo sai XD
    Io non ho mai scritto effettivamente, questa è la primissima volta e l' idea mi è venuta esattamente come ho scritto nella storia, in realtà non sono mai stato appassionato di lettura e tanto meno di scrittura, ma scrivendo questa storia.... come dire.... mi è piaciuto scriverla :)
    E grazie anche per i tuoi auguri nei miei confronti :)
    Il mio unico dispiacere e che una volta finita e riletta un paio di volte per gli errori, ora non sono più in grado di rileggerla, non ci riesco.
     
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  6. Justine88
     
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    la passione per la scrittura nasce dalle emozioni e dal bisogno di far leggere ad altre persone i nostri pensieri e i nostri sentimenti...quindi è stata la tua prima storia proprio perchè per la prima volta hai provato emozioni così forti...ed è davvero una bella cosa che tu sia riuscito ad esprimerle così bene, anche perchè per essere la tua primissima volta è andata molto bene!!
    Ti capisco...anch'io dopo aver scritto non rileggo mai più di volte...l'avrai anche scritta da poco, forse...magari poi col tempo la rileggerai con calma e avrai anche il tuo finale da aggiungere! :)
     
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  7. lrsmstr
     
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    direi che hai colto nel segno XD
    Si vede che conosci queste cose meglio di me
    Comunque per il finale avrei una mezza idea di lasciarlò così com è ora per diversi motivi
    Prima di tutto per l' effetto spiazzante come dicevi tu XD
    Secondo perché lasciare questa specie di suspense lascia curiosità e interesse
    e terzo perché lascia il finale aperto per un seguito magari XD
    Cosa ne pensi ? Non trovi sia una bella idea ? :)
     
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  8. Justine88
     
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    Dovrei saperne di più, ma per adesso ho qualche anno in più di te e non sono ancora riuscita a scrivere qualche capitolo decente di una mia storia!! XD
    Cmq per finale direi che è una bella idea...anche perchè con il finale aperto ogni lettore può immaginarsi il finale che vuole!!:)
    E poi, come hai detto tu, puoi sempre mettere un seguito...!!
     
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  9. •»Cuccìolà!×
     
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    Mi sono fermata al sesto capitolo...cosa mi riserverà il settimo?? Beh il titolo dice tutto... presto t'innamorerai, non vedo l'ora di leggere il seguito. E' raccontato molto bene, complimenti :)
     
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  10. lrsmstr
     
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    grazie XD
    voglio vede mo che arrivi al finale che mi dici :3
     
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  11. •»Cuccìolà!×
     
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    Ho letto tutto....beh riprendendo il discorso tra te e Jus, il finale è spiazzante, e concordo con te....è una bellissima idea lasciarlo così. Ognuno di noi giungerà ad una propria conclusione... e per quanto riguarda te, non posso far altro che augurarti un grandissimo IN BOCCA AL LUPO! :P
    Se i sentimenti che provi per Violet ancora non ti hanno abbandonato, vuol dire che di giorno in giorno la "cotterella" diventa piu pesante! Continua quest'amicizia che c'è fra di voi, farà sicuramente meno male di doverla vedere lontana da te. =)
     
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  12. lrsmstr
     
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    beh grazie XD
    Comunque è sicuramente un amicizia che vorrei continuare, ma vabbe non vi dico niente, non dovete sapere cosa è successo dopo, non rientra nel finale aperto xp
     
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  13. •»Cuccìolà!×
     
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    Nooooooooooooo dai.... :( xD ora siamo curiose.... :P
     
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  14. lrsmstr
     
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    ahahahahh
    vabbe XD
    Dai il finale è aperto e puoi immaginarti che sia andata come preferisci XD
     
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  15. •»Cuccìolà!×
     
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    va bene xD
     
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18 replies since 18/8/2012, 12:01   368 views
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